Cronache

Alessandro Barbero racconta la Sardegna del Medioevo


Alessandro Nigro, Petra Orecchia

Liceo Alfieri - Torino

Auditorium in fibrillazione per Alessandro Barbero che, insieme alle archeologhe Sabrina Cisci e Rossana Martorelli, allo storico Giovanni Serreli e al docente di storia medievale dell’università di Sassari, Alessandro Soddu, ha presentato il frutto delle loro ultime ricerche. L’occasione è unica per conoscere nello specifico le vicende economiche, politiche e culturali della Sardegna nel periodo medievale. Barbero dichiara di amare molto la Sardegna, anche perché è un luogo dove può recarsi in vacanza, spesso in incognito, ma confessa di non essere uno specialista di storia sarda. La storia della Sardegna, dal momento che è un’isola, ha una stratificazione profonda e possiede peculiarità proprie che solo chi vive in quei luoghi può conoscere e studiare. Contrariamente a quella che potrebbe essere un’opinione superficiale, la Sardegna nel Medioevo non fu un territorio isolato, ma ebbe contatti con tutto il Mediterraneo. L’isola era al tempo soggetta all’influenza della repubblica di Pisa e di Genova, l’unica autorità indipendente era il giudicato di Arborea, alleato con la corona di Aragona. La successiva conquista dell’isola da parte degli Aragonesi ebbe luogo nel Trecento, secolo in cui con la crisi climatica seguita dalla peste nera sparirono interi villaggi. Particolarmente prestigioso fu il titolo di re di Sardegna concesso per la prima volta dall’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa a Barisone I di Arborea e poi passato di mano più volte. Gli interventi degli altri studiosi presenti hanno concluso la conferenza illustrando la metodologia della ricerca, le difficoltà incontrate e la preziosa collaborazione di giovani ricercatori sardi. Questo imponente lavoro ha dato vita ai volumi “Il tempo dei vandali e dei bizantini” e “Il tempo dei giudicati” pubblicati dalla casa editrice Illisso.

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