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Il capolavoro di Tabucchi “Sostiene Pereira” torna ad essere attuale al Salone del Libro, col progetto “Un libro, tante scuole” dopo quasi 30 anni dalla sua pubblicazione, ed è il momento migliore per rivisitarlo ed immergersi nel suo stile stravagante e nella Lisbona del 1938, nei panni del goffo Pereira, un giornalista vedovo di mezza età, ossessionato dalla limonata con tanto zucchero e dall’omelette alle erbe aromatiche.
La limonata di Pereira, con tanto zucchero, e l’omelette alle erbe aromatiche
All’alba della dittatura di Salazar, il dottor Pereira si trova dopo anni di servizio nell’ambito della cronaca a scrivere per la pagina culturale del “Lisboa”, e incontra per caso un giovane scrittore mezzo italiano, Monteiro Rossi, a cui affida alcuni necrologi, ma col tempo le sue idee apriranno gli occhi a Pereira di fronte alla vera natura autoritaria del governo, o almeno così sostiene. Il libro infatti inizia così, con un “sostiene pereira”, come il titolo, e tra i diversi incipit scartati dal Tabucchi, vi è anche ‘Secondo Pereira’: questo, e il sottotitolo in alcune edizioni ci suggerisce la vera natura di questa scrittura dentro al racconto, ovvero la testimonianza di Pereira di fronte a un tribunale, la sua difesa.
Lo stile di scrittura potrebbe ad un primo impatto far storcere il naso, ma abituandosi la scorrevolezza del testo risulta evidente. Le vicende narrate sono collegate da un filo rosso di ‘sostiene Pereira’ e leitmotiv, come la omelette alle erbe aromatiche del café Orquídea che ci ricordano la monotonia di ciò che vive il protagonista e di come sia fresca la ventata d’aria di novità rappresentata dal giovane Monteiro Rossi. Seppur il finale può lasciar desiderare qualche pagina in piú, quella sua inconcludenza è perfetta e contingente al significato del titolo. L’argomento risulta comunque attualissimo, seppur ambientato 90 anni fa; la libertà di parola è importantissima e in molti paesi ancora oggi non è rispettata, e, nel caso del Portogallo degli anni ‘40, il racconto mostra come la dittatura fu accettata dai portoghesi e ignorata dal resto del mondo. Pereira è un uomo che non riesce ad accettarlo, come non accetta neanche la morte prematura della moglie, di cui porta sempre con sé un ritratto. È un personaggio che rappresenta interamente la intolleranza sopita, nei confronti di un regime come di un destino che non meritava, e questa intolleranza comporta il volere di cambiare le cose, mosso anche da una nostalgia di un futuro migliore, una sensazione che esiste, solo in Portogallo, ed ha, appunto, un nome portoghese: Saudade. Pereira, seppur all’apparenza timido, ha uno spirito contraddistinto da questa sensazione, dal ‘cosa sarebbe successo se’, un fato mai compiuto che vorrebbe con tutto il suo essere che si compisse. Il giovane Rossi rappresenta per Pereira quella luce che lo sveglia dal sonno eterno della Saudade, della inazione, della incapacità di cambiare le cose, e lo muove, lo spinge, e tutto questo rende questi personaggi, soprattutto Pereira, vivi, e capaci di coinvolgere qualunque lettore.
La capacità di Tabucchi di essere ancor oggi uno scrittore moderno, di temi che ci coinvolgono nella vita di tutti i giorni, è invidiabile da chiunque, e questo libro merita di essere letto dai ragazzi di oggi e da chiunque non l’abbia ancora fatto.