«Non solo scrittrice e interprete, ma anche una guida morale», è così che Nicola Lagioia, direttore della quindicesima edizione del Salone del Libro di Torino, presenta Svjatlana Aleksievič in differita.
Attraverso le parole dell’autrice – pronunciate a Stoccolma, in occasione del ritiro del premio Nobel per la Letteratura – si pone l’accento sull’importanza di ascoltare le vittime della Storia, che diventano i protagonisti dei suoi racconti: «Io racconto di piccole persone ingrandite dalla sofferenza». È la carica elettrica nelle loro parole a dar forza ed energia alle sue opere; è fondamentale che queste rimangano nella storia così come sono state pronunciate nella realtà.
Interrogata sull’attuale conflitto Russia – Ucraina, Aleksievič sottolinea la difficoltà nel comprendere il presente, che non può essere sottoposto a revisione storica.
Nonostante sia educata alla cultura russa, rimane sbalordita dalla crudeltà e dall’odio dell’esercito russo: chi nasce e vive nella violenza, costruirà solo violenza: «l’odio non ci salverà, solo l’amore».