Antonio Manzini, insieme a Tullio Sorrentino, in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo della serie di Rocco Schiavone, Le ossa parlano (Sellerio), ha presentato al suo pubblico, nella giornata del 21 maggio in occasione del Salone del Libro, la lettura di un racconto inedito intitolato Il giudizio universale.Un mistero inquietante che ha come protagonista l’intrigante personaggio di Rocco Schiavone, il cinico e sarcastico vicequestore della polizia di Roma che svolge le sue funzioni ad Aosta, anche se sotto quest’apparenza nasconde un lato gentile, affabile e saggio. L’agente ha delle strane abitudini: ogni mattina, prima di cominciare a lavorare, fuma una canna contenuta in un cassetto segreto nella scrivania del suo ufficio. Inoltre ha spesso la consuetudine di esporre alcune sue liste di “rotture di coglioni”, come dice sempre lo stesso Schiavone, ponendole secondo una scala che va dal sesto fino al decimo livello.
Manzini, nella storia presentata, immagina che il suo protagonista ritrovi, nella casa che ha messo in vendita, una scatola piena di vecchi ricordi. Brizio, un amico d’infanzia e considerato quasi come un fratello, è particolarmente incuriosito da uno scritto. In questo Dio è irritato dai comportamenti umani e scatena un altro diluvio universale con lo scopo di ripulire la Terra dal continuo degrado e salvare un novello Noe, in grado di riportare ordine. Invia, quindi, l’angelo Luxfer, che seleziona un metronotte per far ripartire il pianeta da una nuova generazione purificata. Al termine Schiavone riflette profondamente sul ruolo delle storie: sono tutte solamente illusioni di cui gli esseri umani hanno bisogno per non vedere la decadenza da cui sono circondati.