Gli adattamenti televisivi Netflix di romanzi italiani: numerosi ospiti, coordinati da Mario Calabresi, sono intervenuti su questo tema oggi, 12 maggio, al Salone del Libro.
Tra loro Tinny Andreatta, vicepresidente del contenuto italiano di Netflix, che ha spiegato come i romanzi siano una fonte interessante per gli sceneggiatori quando cercano nuovi contenuti: “I libri addobbano i mondi in modo accurato e ricco, perché l’autore ci ha speso tanto tempo”. Lo stesso vale per i personaggi, che spesso nei romanzi sono tridimensionali e complessi.
Allo stesso tempo per Netflix è fondamentale raccontare temi rilevanti, che catturano l’attenzione del tempo presente. E’ coerente quindi la scelta di adattare in una serie tv il romanzo “Adorazione” della scrittrice Alice Urciolo. Racconta della storia di un femminicidio e il modo in cui questo evento sconvolge la comunità di ragazze e ragazzi che vive nel posto in cui avviene il delitto. “Per me è stato fondamentale che il messaggio di fondo della mia storia non venisse stravolto. Poi è naturale che ci siano dei cambiamenti” spiega. La sceneggiatrice della serie, Donatella Diamanti, racconta poi la differenza fra il lavoro degli autori e quello degli sceneggiatori: se il primo con le parole può fare tutto, il secondo deve sempre tenere in considerazione la dimensione visiva di ciò che scrive, immaginare come diventerà azione. “Abbiamo cercato di far diventare i sentimenti profondi e i rapporti fra i ragazzi qualcosa che si potesse rappresentare sullo schermo”.
Il secondo adattamento di cui si è parlato è il film basato sul libro “Il treno dei bambini” di Viola Ardone. E’ la solitudine che accompagna la creazione dei suoi personaggi, spiega l’autrice, che scrive ascoltando solo le loro esigenze e non quelle del pubblico. “E’ un dialogo con delle voci che piano piano diventano sempre più definite. Per fortuna nella sceneggiatura hanno seguito lo stesso approccio”. Nella regia di Cristina Comencini l’aspetto che più emerge è l’attualità di tre temi trattati: la mancanza di solidarietà disinteressata tra le persone, le sofferenze patite dai bambini in guerra e il ruolo delle madri nella società.
Infine, l’ultimo adattamento, già distribuito, è quello di “Tutto chiede salvezza” di Daniele Mencarelli. L’autore, nel trattare il tema della salute mentale, si schiera dalla parte dei giovani: “Chiedono agli autori di mettere a parole la loro fragilità per condividerla. Vogliono adulti che sappiano parlare senza tabù o risposte sommarie”.