10 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Vivere, sopravvivere o con-vivere?


Ettore Valentini, Francesco Santinelli

Liceo Classico Statale Vittorio Alfieri - Torino

Il filosofo Maurizio Ferraris ha presentato nel giorno di apertura del Salone il suo ultimo lavoro “Imparare a vivere”, edito da Laterza.
L’autore esordisce specificando: “Questo non è un libro di filosofia, non è un monologo di Ferraris, ma è un libro che implica un dialogo”. Questo prende infatti in esame svariati argomenti che ruotano intorno al tema dell’imparare a vivere, attraverso la riflessione sul significato dell’esistenza e dal confronto con la grande letteratura, compagna e ispiratrice di vita.
Il filosofo nel suo lavoro ragiona sulla stratificazione di esperienze e memorie che sono il modo con cui ciascuno di noi impara a vivere: “La vita non è solo ciò che facciamo, ma anche tutto quello che noi immaginiamo come vita”. Ferraris non si concentra solo sugli aspetti edificanti della vita, ma anche su quelli critici, come processo di autodistruzione e corsa verso la morte. Davvero imparare a vivere è imparare a morire? Davvero vivere è solo sopravvivere? Secondo Ferraris nemmeno la scrittura è utile per sopravvivere, perché può garantire solamente un’immortalità rovesciata: ad esempio, noi possiamo parlare di Platone, ma lui non può parlare di noi. L’immortalità delle sue opere non implica la sua immortalità.
Non rimane che ricercare un modello di vita autentica, conclude, non idealizzata, ma reale: quella non vissuta da soli, quella trascorsa insieme agli altri. Una forma di trascendenza possibile qui e ora.
Se nulla è eterno, dobbiamo imparare a vivere, anzi a con-vivere.

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