10 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Vestirsi di un linguaggio matematico


Eleonora Colombani, Pietro Pifferi

Liceo Ariosto - Ferrara

<<Ma però io non sono portata per la matematica>>

<<“Ma però” non si dice!>>

Chi stabilisce che il linguaggio sia univoco, cosa sia giusto e cosa sbagliato? Dove sta scritto?

Questa domanda è stato il punto di arrivo del dialogo svoltosi tra Valeria della Valle e Ersilia Vaudo, rispettivamente grammatica e astrofisica, nell’incontro avvenuto nella sala Ambra al padiglione 3, di venerdì 10 maggio. La grammatica nasce dall’adattamento della lingua latina effettuato da coloro che sono stati definiti i padri della lingua italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio. La lingua è malleabile e lentamente si evolve nel tempo, ma subisce anche i cambiamenti radicali, come nel caso della rivoluzione linguistica effettuata da Alessandro Manzoni, nella quale tutti quelli che prima erano considerati errori, divennero la norma del parlato, dando vita al linguaggio moderno.

La lingua è viva. La lingua è universale.

Qual è il linguaggio extra planetario?

La matematica ovviamente. Grazie ad essa è possibile riuscire a mettersi in comunicazione anche con persone che non parlano la stessa lingua. 

Il linguaggio matematico è alla base della fisica, la quale nel corso degli anni ha subito numerosi cambiamenti: dalla fisica aristotelica, che divideva il mondo in sopralunare, governato da un’entità superiore, e in sublunare, ossia il mondo degli elementi fondamentali; alla rivoluzione svolta da Galileo Galilei, fino ad arrivare alla nuova visione del mondo di Newton, il quale ha scoperto come far coincidere l’infinito spazio temporale. In tempi recenti Einstein ha dato risposte all’impossibile, come la possibilità di assistere al passato. È assurdo pensare che in una foto di un tramonto fatta nel presente si stia catturando, nello stesso momento, anche un evento passato, questo perché la velocità della luce impiega 8 minuti per arrivare dal Sole alla Terra. 

Studiare la fisica è quindi fondamentale per dare l’accesso a ciò che in passato veniva definito come impossibile. 

“La scienza è andare dove non si è ancora stati”, così la Vaudo definisce la capacità dell’uomo di proiettarsi in un mondo apparentemente sconosciuto. Lo spirito critico si persegue solo se si inizia ad aver un approccio favorevole e opportuno al linguaggio della matematica, acquisendo così le capacità necessarie per analizzare razionalmente questo mondo così grande, e ancora troppo misterioso.

La cultura e la conoscenza linguistica saranno sempre necessari per mantenere salde le proprie libertà, perché come disse Don Milani “il padrone conosce mille parole, e tu solo cento, per questo lui è il padrone”.

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