Cronache, Salone del Libro 2022

Quando l’Italia chiama


Giacomo Bosco


Un riconoscente e caloroso applauso accoglie oggi pomeriggio in Sala Oro alla XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino il generale Francesco Paolo Figliuolo che, dialogando con Beppe Severgnini, presenta il suo nuovo libro “Francesco Paolo Figliuolo, un Italiano. Ciò che la vita mi ha insegnato per affrontare la sfida più grande” . Il generale, commissario per l’emergenza Covid 19, sottolinea come un evento drammatico come la pandemia abbia consentito agli Italiani di riconciliarsi con le forze armate del loro paese. Figliuolo non nasconde però il generale clima di diffidenza e scoraggiamento che avvolgeva, alla sua entrata in carica il 1 marzo 2021, i rapporti tra sistema centrale e regioni, ma allo stesso tempo sottolinea la volontà e l’impegno di tutti per superare questi ostacoli e ristabilire un rapporto di reciproca fiducia. Fondamentali sono la trasparenza per tutto ciò che riguarda il dispendio dei fondi messi a disposizione per portare avanti la campagna vaccinale; la disponibilità del Cardinal Bassetti che comunica la possibilità di usare quegli spazi ecclesiastici che  possono risultare idonei alla campagna vaccinale e la generosità dei piccoli imprenditori che concedono i propri spazi a tal fine.

Figliuolo ricorda anche il momento della chiamata ad assumere l’incarico di commissario e sottolinea il confronto avuto con il suo superiore e anche con la moglie e sottolinea l’impossibilità di sottrarsi ad una missione che gli veniva affidata dal suo paese. Ripensa poi anche alla difficile scelta se privilegiare con le vaccinazioni le persone più fragili o quelle che avrebbero potuto far ripartire l’economia. Il dilemma umanità o affarismo viene risolto nella decisione di tutelare quegli individui che rappresentavano con la loro storia ed esperienza di vita le radici dell’Italia e solo allora poi concentrarsi su un riavvio dell’economia. Il generale Figliuolo sottolinea anche la trasparenza con cui comunica questa sua decisione ai diversi presidenti di regione, che da canto loro lo ringraziano prima di tutto per la chiarezza portata in una situazione prima molto confusionaria.

In chiusura due sono gli argomenti che vengono affrontati: la guerra in Ucraina e gli episodi di Rimini.

Figliuolo esalta il coraggio delle forze armate ucraine che difendono il loro territorio dall’assalto delle armate della Federazione Russa. Ricorda gli aiuti inviati dalla NATO e dall’Europa e afferma che grazie al coraggio popolare e alla conoscenza del territorio, senza dimenticare i grandi errori logistici russi, gli Ucraini sono di fatto riusciti a resistere in una situazione che sulla carta sembrava decisa fin dall’inzio.

Il generale condanna fortemente quanto accaduto a Rimini e sottolinea più volte la necessità e l’importanza di individuare i responsabili perchè vengano puniti per le loro azioni. Si domanda anche quale possa essere l’origine di tali comportamenti e risponde che se dovesse emergere che sono il frutto di una sottocultura allora sarebbe imperativo adoperarsi per attuare una decisivo cambiamento culturale.

Il generale tiene a ricordare  l’impegno delle forze armate all’interno del Paese, e il loro desiderio di continuare ad essere una risorsa per la Nazione con tutti i mezzi a disposizione.

 

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