La Peste 2021, Un libro tante scuole

Solo con la propria inquietudine


Gianmaria Leonardi


Una cosa che ti ha colpito

Questo libro mi ha colpito molto perché leggendo, in molti passaggi mi è sembrato di rivivere ciò che tutti noi abbiamo vissuto a febbraio di due anni fa con l’arrivo del Covid 19. Nonostante il Coronavirus non sia minimamente paragonabile al morbo della peste, le sensazioni e i sentimenti provati dai personaggi descritti nel libro sono molto simili a quelli che abbiamo provato noi. Inizialmente Orano viene infestata dai topi, e poco dopo si iniziano a riscontrare i primi contagiati dal morbo. inizialmente nessuno da peso a ciò che sta accadendo, o comunque, le persone intelligenti, fanno fatica a pronunciare la parola “peste”.
la stessa cosa è accaduta a noi, quando, appena arrivato il virus nelle nostre zone, la maggior parte delle persone pensava che fosse una semplice influenza.
Anche le misure prese al fine di limitare i contagi sono molto simili: viene stabilito un coprifuoco alle undici di sera, la città di Orano viene chiaramente chiusa, viene vietato il transito dei mezzi pubblici, vengono limitati i consumi di moltissimi prodotti, poiché piano piano gli approvvigionamenti arrivati in città diminuirono e per questo le persone avevano paura di rimanere senza cibo.

Una frase del libro da conservare

“se uno di noi provava per caso a confidarsi o a dire qualcosa del proprio stato d’animo, il più delle volte la risposta, quale che fosse, lo feriva. si accorgeva allora che lui e il suo interlocutore non parlavano della stessa cosa. Ciò che lui esprimeva scaturiva infatti da lunghe giornate di rimuginii e di sofferenze e l’immagine che voleva comunicare aveva covato a lungo al fuoco dell’attesa e della passione. L’altro invece si figurava un’emozione convenzionale, il dolore smerciato in piazza, una malinconia fatta in serie. Che fosse benevola o ostile, la risposta era sempre inadeguata, tanto valeva rinunciare”.
In questo passaggio il narratore dimostra il fatto che, in una tale situazione di difficoltà e solitudine, nessuno potesse sperare nell’aiuto altrui per questo, ciascuno rimase abbandonato a se stesso, solo con la propria inquietudine. Ciò perché ognuno vive le proprie esperienze e i propri sentimenti in maniera del tutto unica.

Commento su “La peste” di Gianmaria Leonardi

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