Laboratorio, Un libro tante scuole

Oltre Tabucchi


4^C

Galileo Ferraris - Torino

Nome Scuola

Galileo Ferraris

Città Scuola

Torino

Una cosa che ti ha colpito

La cosa che maggiormente colpisce di Pereira è che non è il protagonista che tutti si aspettano: goffo, in sovrappeso, cardiopatico e sempre affaticato, nonché prudente, indifferente, timoroso e fin troppo moderato… insomma un antieroe più che un eroe nazionale. Eppure rimane impresso nella memoria di ogni lettore e suscita simpatia proprio perché incarna le insicurezze di tutti.

Un’altra cosa che ti ha colpito

Il suo iniziale distacco volontario dalla realtà. Sembra quasi che Pereira viva in un’epoca diversa da quella contemporanea, come se il tempo si fosse fermato sul suo orologio il giorno della morte della moglie. Da quel momento aveva vissuto perché “costretto”, svolgendo le sue monotone azioni quotidiane come un robot spinto dalla forza dell’abitudine, ma in fondo privo di ogni passione.

Una frase del libro da conservare

“La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro”. Questo consiglio del dottor Cardoso la dice lunga sul personaggio di Pereira, imbrigliato in una realtà finita e remota. Ritengo che sia giusto ricordare, ma che non si debba vivere di ricordi: solo il legame con il giovane Monteiro, che gli trasmette la speranza per un futuro migliore, permetterà a Pereira di uscire dalla prigione di indifferenza in cui vive e di liberare se stesso dal rimpianto e il Portogallo intero dall’oppressione di Salazar.

Se questo libro fosse una canzone

Se questo libro fosse una canzone sarebbe “Anima Fragile” di Vasco Rossi. Immagino che questa sia cantata da Pereira davanti al ritratto della moglie verso la fine del romanzo, quando, nonostante la sua evoluzione, continua a nutrire nostalgia per l’amata. Egli le rivolgerebbe allora mille domande che rimarrebbero senza risposta, proprio come nella canzone, ma almeno avrà la fiera consapevolezza di aver fatto la cosa giusta.

Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche

“Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia. I due romanzi hanno molto in comune: due regimi opprimenti che penetrano in ogni antro della società, il fascismo e la mafia, un mondo circostante di violenza, omertà e paura in cui spiccano le vicende di un uomo che non si vuole arrendere e, smuovendo le coscienze altrui in un caso o la propria nell’altro, arrivano ad ottenere verità e giustizia.

La cosa che maggiormente colpisce di Pereira è che non è il protagonista che tutti si aspettano: goffo, in sovrappeso, cardiopatico e sempre affaticato, nonché prudente, indifferente, timoroso e fin troppo moderato… insomma un antieroe più che un eroe nazionale.

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