La Peste 2021, Un libro tante scuole

L’uomo sa essere “grande” anche nelle catastrofi (Alessandra Moino)


Alessandra Moino


Una cosa che ti ha colpito

Uno degli aspetti che mi ha maggiormente colpito è l’accurata descrizione delle trasformazioni che la peste provoca nella vita dei cittadini, sia dal punto di vista organizzativo, sia da quello umano. Proprio queste pagine diventano lo specchio di ciò che è accaduto ai giorni nostri a causa del Covid-19, a settanta anni di distanza: ad esempio le misure di prevenzione e contenimento del virus adottate dal governo, l’isolamento degli ammalati e infine i funerali che diventano il simbolo dell’isolamento e della solitudine a cui questa pandemia inevitabilmente conduce. Questi funerali richiamano alla mente le lunghe file di furgoni dell’esercito che trasportavano le bare dal camposanto di Bergamo verso altre località.

L’atmosfera irreale, di sospensione dalla realtà presente nel libro, fa rivivere al lettore i momenti bui che l’intera umanità ha dovuto sopportare durante questi due anni. Egli avverte nel proprio animo tutto il dolore causato dalla privazione della libertà, dalla separazione e perdita degli affetti e soprattutto dalla paura della morte. Nonostante la drammaticità del momento che sembra senza via di uscita, sentimenti positivi quali il coraggio, la solidarietà, la speranza e infine la pietà “trasudano” tra le pagine del libro.

Una frase del libro da conservare

“La peste aveva tolto a tutti la disposizione all’amore e all’amicizia. Poiché l’amore richiede un po’ di futuro, e per noi ormai c’erano soltanto istanti.”
“Mentre la peste, con la sua efficace imparzialità, avrebbe dovuto rafforzare l’uguaglianza fra i nostri concittadini, per il normale effetto degli egoismi rendeva invece più acuto nel cuore degli uomini il sentimento di ingiustizia.”
“La conoscenza e la memoria erano tutto ciò che l’uomo poteva guadagnare al gioco della peste e dalla vita.”
“Per tutti, la vera patria era oltre le mura di quella città oppressa. Era nella macchia odorosa sulle colline, nel mare, nei paesi liberi e nel peso dell’amore. E distogliendosi con orrore dal resto, era verso di lei, verso la felicità, che tutti volevano tornare.”
[…] si impara durante i flagelli, che ci sono negli uomini più cose da ammirare che cose da disprezzare”

Se questo libro fosse una canzone

“Lean on me” di Bill Withers

Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche

“Cecità” di José Saramago
I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni
Film: “Contagion”

La lettura di questo romanzo, che sembra in qualche modo preannunciare il grande stravolgimento nella vita dell’umanità ad opera del Covid-19, mi ha indotto a riflettere su alcuni sentimenti che ritenevo scontati. Ad esempio la solidarietà, che si instaura tra gli uomini nei momenti di difficoltà, emerge in modo prepotente tra le pagine del libro: il giornalista Raymond Rambert decide di aiutare il dottor Rieux nella cura degli ammalati, anziché fuggire per raggiungere la donna amata. La solidarietà messa in campo dai protagonisti del romanzo è un sentimento che pone in primo piano gli altri e i loro bisogni, spesso a discapito della propria felicità.
Un altro sentimento che “trasuda” dalle pagine del libro è l’abnegazione con cui alcuni personaggi svolgono il loro lavoro in funzione del bene della comunità. Come il dottor Rieux che, incurante della stanchezza fisica e morale che lo sovrasta come un macigno, continua a prendersi cura delle persone colpite dalla peste, rinunciando a ricongiungersi con la moglie, che morirà prima di poterlo incontrare. Allo stesso modo il segretario comunale Joseph Grand porta avanti il suo lavoro noioso, ma necessario, con dedizione e solerzia.

Un’altra caratteristica positiva è la grande forza di volontà dimostrata dai personaggi di questo romanzo che non si lasciano annichilire dal dolore, dalla sofferenza che questa epidemia porta con sé, ma continuano ad andare avanti, nonostante tutto, rispettando le regole imposte dal governo per la  salvaguardia dell’intera comunità.

Un altro sentimento che alberga nell’animo del dottore è il rispetto nei confronti dei propri simili e delle loro azioni: egli non si abbandona mai a giudizi negativi, ma accetta e prende atto del loro comportamento.

Ritengo che tutti dovrebbero leggere questo libro poiché esso fa comprendere come gli uomini, collaborando insieme per un progetto comune, “la salvezza dell’umanità”, e mettendo da parte i loro egoismi personali, siano in grado di sconfiggere qualsiasi “male” e uscirne più forti di prima

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