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Una cosa che ti ha colpito
“La collina era come un oceano mosso da candide onde; e le creste e gli avvallamenti non indicavano corrispondenti rilievi e depressioni nel terreno: molte buche erano ormai livellate a intere file di monticelli, i rifiuti delle cave, erano cancellati dalla mappa che la mia passeggiata di ieri mi aveva lasciato impressa nella memoria“.
In questa parte del romanzo viene descritta la brughiera dello Yorkshire dove le sorelle Brontë avevano abitato. E’ un luogo immerso nel verde ma presenta anche delle paludi. Questa ambientazione rispecchia le emozioni che caratterizzano la storia. Diventa dolce, mite, serena ma anche impetuosa e distruttrice, come lo stato d’animo dei protagonisti del romanzo che oscilla tra la felicità, l’odio, la rabbia, la solitudine e la drammaticità. Il titolo dell’opera della Brontë richiama la volubilità della natura e del temperamento umano che alterna alti e bassi, meraviglia e sofferenza. Il paesaggio, come specchio delle vicende, rimanda continuamente alla storia narrata, cambiando a seconda della situazione. Al primo incontro tra Lockwood e Heathcliff nella brughiera soffia un leggero vento, al secondo incontro il gelo e il distacco tra i personaggi è sottolineato da una imminente nevicata. Nel momento in cui Lockwood diventa un ospite poco gradito ed è costretto a dormire nella casa del suo affittuario, la tempesta imperversa ostile. I rami sbattono contro i vetri della finestra, il vento soffia forte e inarrestabile e la neve ricopre ogni cosa. Il tutto accade durante la notte fredda, buia dove i suoni vengono percepiti come orrendi ululati. Ma dopo una notte quasi insonne e una lite col padrone di casa, il tempo a poco a poco si rasserena. La brughiera torna a una tranquillità purtroppo apparente. Il protagonista, infatti, a causa del luogo innevato ha perso ogni punto di riferimento e l’incomprensione verso Heathcliff e gli abitanti di Wuthering Heights rendono tumultuoso il suo animo. E’ quindi solo un’apparente quiete che preannuncia una nuova tempesta.
Una frase del libro da conservare
“Se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato, l’universo mi sarebbe estraneo. Non ne farei più parte.”
“La collina era come un oceano mosso da candide onde; e le creste e gli avvallamenti non indicavano corrispondenti rilievi e depressioni nel terreno: molte buche erano ormai livellate a intere file di monticelli, i rifiuti delle cave, erano cancellati dalla mappa che la mia passeggiata di ieri mi aveva lasciato impressa nella memoria”.