La Peste 2021, Un libro tante scuole

Un dato di fatto


Sara Di Giovanni 4D


Era un dato di fatto: una frase ripetuta diverse volte nel libro “La Peste”, che in un certo qual modo riesce a racchiudere tutta l’impotenza e la disperazione che provavano i personaggi raccontati da Albert Camus durante il periodo di quarantena della città di Orano.

Era un dato di fatto che ormai i numeri dei morti stavano per raggiungere quelli dei vivi.

Era un dato di fatto che il tempo faceva sentire tutta la sua presenza, contando i minuti che il silenzio della città scandiva.

Un dato di fatto. Un qualcosa di evidente, inevitabile e a cui bisogna rassegnarsi perché non si può cambiare.

È questo il messaggio che vuole lanciare Camus con questo libro, l’impotenza delle persone nei confronti di un qualcosa di tanto piccolo come un microbo, ma della portata di una valanga, la quale soffoca tutto ciò che ricopre; perché in fondo è questo che fa la peste: manda a morire qualsiasi cosa osi sfiorarla.

Il racconto si apre con una descrizione del luogo e del tempo da parte di un narratore esterno, che verrà svelato solo alla fine, il quale narra in terza persona principalmente le vicende che avvengono al dottor Bernard Rieux, ma anche di altri personaggi per mezzo di un taccuino scritto da Tarrou, figlio di un pubblico ministero e grande amico del dottore, sul quale annota lo svolgimento dell’epidemia. Nel momento in cui compaiono i primi numeri dei decessi per peste, è lo scetticismo quello pervade le strade della città, tant’è che nominare la malattia diviene una sorta di taboo perché nessuno vuole o riesce ad accettare ciò che invece sta succedendo realmente. Quando ormai i fatti sono innegabili e la città accetta a malincuore il morbo, il racconto diventa assai malinconico e quasi straziante, in quanto Camus non si risparmia nel descrivere accuratamente i vari stadi della malattia e il dolore provato dai pazienti seguiti dal dottor Rieux.  Tali descrizioni, e anche la continuità del susseguirsi delle vicende, vengono intervallati da fasi di completo stallo della storia dove il lettore viene messo da parte dei pensieri dei personaggi, talvolta accompagnati da flashback. Questo risulta, a volte, un po’ caotico e riprendere la lettura si rivela difficile per chi non la ama particolarmente o trova difficoltà nella concentrazione.

A conti fatti, però, la storia risulta avvincente e piena di colpi di scena, il contenuto del libro è ricco di vicende, frasi e personaggi da cui poter prendere ispirazione e, a mio parere, trarre spunti filosofici, in quanto la storia narrata e il modo in cui essa viene esposta, con personaggi che vivono una vita reale, in cui il lettore ci si può facilmente ritrovare, è fonte di riflessione riguardante ciò che conta davvero nella vita di un uomo, la quale non può finire in modi diversi se non con la morte.

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