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L’unico romanzo di Emily Brönte non fa decisamente parte dei classici romanzi d’amore a cui siamo abituati e non è sicuramente adatto a persone alle prime esperienze di lettura che si aspettano la storia di un amore tranquillo e raccontato in maniera lineare e cronologica.
Parla di un sentimento potente, di un amore osteggiato, ossessivo e di una vendetta esemplare. Vuole raccontare un amore tossico e soprattutto egoista: ostacolato dai pregiudizi morali e di classe evolverà in solitudine, generando odio e sacrifici.
Sui personaggi avremo sempre delle opinioni contrastanti: riusciremo quasi a comprenderli, seppure il testo sia stato scritto nell’800; tuttavia ci saranno anche momenti in cui la loro vera natura verrà fuori in tutta la loro dimensione tragica, tantoda lasciarci interdetti, incapaci di esprimere un giudizio.
Il protagonista, Heathcliff, è sicuramente il personaggio che ha subito più cambiamenti. Nato trovatello, vissuto come servo del suo fratellastro in totale apatia, per paura che potesse essere costretto ad allontanarsi dalla sua amata per amore addirittura studierà, per mettersi all’altezza di sposare Catherine, cosa però che non accadrà Emergerà così il suo lato vendicativo e cruento. Alla fine del romanzo, Heathcliff affronta un ennesimo cambiamento: dimostra il suo lato umano prendendosi cura degli ultimi nati delle due travagliate famiglie e suicidandosi per potersi finalmente ricongiungere alla donna amata.
Ha capito finalmente che rimuginare non è servito a niente? Chissà. Chi lo sa inoltre che cosa sarebbe successo se la storia fosse stata ambientata ai giorni nostri, dove è possibile sposarsi indipendentemente dal proprio status sociale. Heathcliff e Catherine avrebbero avrebbero convissuto serenamente?
Una storia di anime che si consumano a vicenda, perché alla fine l’aggettivo “tempestose” non si riferisce solo ai luoghi in cui la vicende si svolge, ma anche alle tempeste della vita che i nostri protagonisti hanno dovuto affrontare.