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La parola “incipit”, terza persona singolare presente indicativo del verbo latino “incipere”, è comunemente utilizzata per indicare l’inizio di un testo o un libro, il primo contatto tra il lettore e la storia, con il fine di catturare la sua attenzione e prepararlo a ciò che seguirà nel resto dell’opera.
Decine sono i primi versi di testi che nell’immaginario collettivo sono rimasti impressi, basti pensare a Dante e all’inizio della sua “Comedìa”, o alle prime strofe delle poesie di autori come Leopardi.
Quando si inizia a scrivere si possono scegliere due vie, quella della magniloquenza e grandiosità o quella della lieve e accurata descrizione di persone o paesaggi.
Emily Bronte predilige la seconda, dà avvio al suo romanzo, evitando effetti speciali e facendoci sentire subito parte della storia; siamo così seduti accanto a Mr. Lockwood nel mistico salotto di Heathcliff.
Ogni frase, parola, dettaglio è un presagio, un indizio di quello che ci aspetterà, quando continueremo a sfogliare le pagine del romanzo; è come se l’autrice iniziasse a darci tanti piccoli spoiler, lasciando, però, le frasi in sospeso.
Wuthering Heights è definita “un perfetto paradiso per misantropi”, un impercettibile accenno alla natura schiva e solitaria di uno dei personaggi principali che non è ancora apparso sulla scena, la definizione stessa dell’aggettivo Wuthering appartiene per metonimia a Heathcliff.
La più grande rivelazione di quello che lui sarà nel romanzo è data qualche pagina più tardi:
“So per istinto che il suo riserbo nasce da un’avversione per le manifestazioni plateali di sentimento, per le esibizioni di reciproca cortesia. Amerà e odierà ugualmente senza darlo a vedere, e riterrà una specie di impertinenza essere ricambiato nel suo amore o odio.”
È una frase che colpisce nel profondo, che rimane impressa, perché dà a molti la possibilità di identificarsi, eppure, continuando il romanzo, finisce nei recessi oscuri nella nostra mente e riaffiora solamente quando tiriamo le somme di quello che abbiamo letto.
Ci è stato detto cosa sarebbe accaduto a partire dall’incipit, con lo scopo di ammaliarci, senza ipnotizzarci, evitando che rimanessimo troppo legati alle prime parole, perdendo così il fascino della scoperta di un’interiorità sorprendente.
E così l’unica cosa che si mostra chiara e apparente fin da subito è la genialità dell’autrice, la sua capacità di trasmettere le profondità dell’animo umano attraverso la scrittura, creando personaggi e paesaggi che restano incisi nella mente dei lettori.