“L’isola di Arturo” è una delle opere più importanti della letteratura italiana del Novecento ed è un romanzo di formazione pubblicato da Elsa Morante nel 1957. Elsa Morante fu una delle scrittrici più influenti del secondo dopoguerra e, più in generale, di tutta la letteratura italiana. La Morante fu la prima donna a ricevere il Premio Strega nel 1957 proprio con “L’isola di Arturo”, che viene considerato il suo più grande capolavoro. Oltre a “L’isola di Arturo, la scrittrice romana diede vita anche ad altri capolavori per la letteratura italiana ed europea, quali “La Storia”, che è un importante romanzo storico, e “Menzogna e sortilegio”, primo romanzo della scrittrice in cui tratta vicende famigliari.
Il protagonista di questo romanzo è Arturo Gerace, un giovane ragazzo di Procida che vive da solo poiché orfano di madre, morta durante il parto, mentre il padre si trovava sempre lontano da casa per via del suo lavoro. Il quattordicenne Arturo, anche se vede suo padre solo un paio di mesi all’anno, lo considera un eroe e un mito da seguire e replicare, considerandolo superiore rispetto agli altri procidani. Il ragazzo è un vero e proprio guerriero che vive con pochissimi vestiti e una minima quantità di cibo quotidiana e vive nella cosiddetta “casa dei Guaglioni”, un palazzo diroccato che precedentemente era la dimora di Romeo l’Amalfitano. All’interno del romanzo viene evidenziata più volte la solitudine del povero Arturo che ha solamente due amici, ossia la sua cagnolina Immacolatella e un bambino dell’isola di nome Silvestro. Un giorno, però, Wilhelm Gerace, il padre di Arturo, torna a casa con una donna, ossia la sua nuova moglie Nunziata, una sedicenne napoletana che segna completamente l’adolescenza del ragazzo procidano. L’incontro con Nunziata è un momento totalmente nuovo per Arturo che, prima di allora, non aveva mai conosciuto una figura femminile e inizia a provare gelosia nei confronti della ragazza. Arturo e Nunziata, inoltre, sono costretti a trascorrere molte giornate da soli a causa del lavoro del padre e, durante questo lasso di tempo, lo stesso Arturo prova sentimenti contrastanti che non riesce nemmeno a spiegarsi. Da questo momento inizia per il quattordicenne Arturo un periodo di crescita e di sviluppo che lo porterà a provare emozioni nuove e a superare la fase della fanciullezza.
“L’isola di Arturo” è sicuramente uno dei romanzi di formazione più importanti della letteratura italiana ed europea grazie, in particolare, alle abilità della scrittrice Elsa Morante. La scrittrice romana nella creazione di questo romanzo è stata capace di descrivere le emozioni di un adolescente durante il suo periodo di crescita e di formazione, sottolineando la sofferenza e la solitudine del protagonista. Personalmente penso che questo libro faccia molto riflettere e sia di insegnamento specialmente per noi adolescenti che viviamo questo periodo di cambiamento e di crescita proprio come il protagonista Arturo. Questo romanzo non è sicuramente adatto a tutti poiché, in alcuni momenti, è lento nella narrazione ed è presente una cura allo stile molto minuziosa. D’altra parte, però, la lettura di questo romanzo riesce a far aprire gli occhi e far crescere il lettore, seguendo le descrizioni dei turbamenti di un ragazzino con una vita molto difficile.
Termino questa recensione solamente consigliando a tutti la lettura di questo libro che permette a ciascuno di riflettere e di maturare molto.