Laboratorio, Sostiene Pereira 2023, Un libro tante scuole

“Sostiene Pereira”, manifesto dell’intellettuale


Francesco Rinaudo - Classe 3^B

Liceo Scientifico "Galileo Ferraris" - Torino

Nome Scuola

Liceo Scientifico "Galileo Ferraris"

Città Scuola

Torino

Certo, “Sostiene Pereira” è ovviamente romanzo in primo luogo del graduale, naturale passaggio, fatto di ponderazioni e ripensamenti, vittorie e interne disfatte, dell’uomo dallo stato di alienazione sociale e civile alla vita, alla passione. E tutto ciò ci riguarda sia perché ognuno si trova ad essere nel suo personale istante di crescita sia perché l’astensionismo civile e vitale, cioè la tendenza dell’uomo odierno a moderarsi, a sedarsi, a perdere l’impronta dei suoi piedi sulla terra, va sempre più dilagando.

Certo, “Sostiene Pereira” è tutto questo e dicono bene i critici e i miei coetanei che l’hanno letto così.

Eppure io “S.P.” lo vedo più come un manifesto della potenza della cultura, del ruolo dell’intellettuale, dei suoi doveri etici nella crisi: quando un’intera popolazione erra barcollando, imbavagliata e inerme, e tangibilmente rosa dall’interno.

Un popolo non lo si annienta, non lo si aggioga di certo con gli stermini di massa. No, un popolo lo si annienta accecandolo e ammutolendolo, lasciandolo innocuo, ancora in vita, acefalo, buono solo per ricevere e non processare, buono per credere e non discuter nulla.

E se i tangheri della polizia politica bollano Pereira come sensibile e delicato perché intellettuale – ed in effetti sussiste nel nostro immaginario collettivo la storica immagine del letterato nella torre d’avorio, schizzinoso della pratica e dell’oggi – io invece dico che è proprio il contrario. Ed è questo che Pereira mi ha insegnato.

L’intellettuale vive nello spazio politico, nell’azione, nel concreto utilizzo della sua astrattissima arte per ravvivare i cuori. Oltre a comprendere di non fare semplicemente il cronista, ma di star vivendo la storia, incidendo i grandi eventi della cronaca con la sua coraggiosa risonanza politica, l’intellettuale vero è quello giovane: chi ha difeso e continua a difendere, in mondi a noi esotici e anacronistici, i diritti che ci rendono vivi.

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