Laboratorio, Sostiene Pereira 2023, Un libro tante scuole

Recenzione Sostiene Pereira


Elisa

Liceo Scientifico Francesco Severi - Frosinone

Nome Scuola

Liceo Scientifico Francesco Severi

Città Scuola

Frosinone

Pubblicato nel 1994, “Sostiene Pereira” è senza dubbio il capolavoro del celebre autore pisano Antonio Tabucchi. Questo romanzo è ambientato nella splendida Lisbona del 1938 dove la dittatura salazarista, il fascismo italiano e la guerra civile spagnola incombono sul popolo causando numerosi disagi. Il personaggio principale del racconto è senza dubbio Pereira, un ex giornalista di cronaca nera al quale è stata affidata la pagina culturale del giornale locale, il <<Lisboa>>, all’interno del quale redige elogi funebri di scrittori defunti e si occupa di necrologi anticipati senza mai trattare argomenti politici per paura della censura e delle ripercussioni che questi potrebbero avere su di lui.

La vita di Pereira è monotona e ripetitiva, tuttavia, a seguito dell’incontro con il giovane rivoluzionario Monteiro Rossi, vive una serie di avventure (o meglio disavventure) che stravolgono il suo modo di pensare. Al processo di maturazione contribuiscono anche il colloquio con l’amico Silva e l’incontro con il dottor Cardoso, con il quale non si limita a parlare solo della sua cartella clinica ma anche di numerosi argomenti filosofici. Cardoso, in particolare, illustra al giornalista la teoria filosofica della “confederazione delle anime” e gli spiega che secondo lui in Pereira c’è un “io egemone” che sta cercando di prendere il comando dopo tanti anni. Questa ipotesi troverà poi conferma nella scelta di Pereira di pubblicare la traduzione di un testo  assolutamente patriottico e anti-tedesco: quello di Alphonse Daudet.

Come si può facilmente intuire sin dalle prime pagine del libro, il tema principale del romanzo è la difficile situazione politica europea del 1938, che Tabucchi tratta in modo leggero e mai eccessivamente pesante, l’autore riesce infatti a farci cogliere la drammaticità del contesto sociale semplicemente raccontando la storia di un giornalista e del suo collaboratore.

Forse sembrerà scontato, ma il personaggio che ho preferito e che mi ha affascinato maggiormente è proprio quello di Pereira che, nella sua apparente semplicità, è in realtà il personaggio più complesso dal punto di vista psicologico. Questo infatti nel corso della storia ha un vero e proprio “glow up”, ovvero una crescita interiore che avviene grazie ad una serie di viaggi e incontri fondamentali che non hanno solo accresciuto il suo bagaglio culturale, ma gli hanno anche permesso di fare, per la prima volta dopo tanto tempo, i conti con la realtà. Infatti, una delle sensazioni che ho avuto più spesso leggendo il romanzo è che Pereira sia come intrappolato nel passato e non riesca a vivere il presente in quanto spaventato da quest’ultimo (infatti lui stesso più volte afferma di non voler avere un’opinione sulla situazione politica europea). Questa idea viene avvalorata dall’abitudine che Pereira ha di parlare con il quadro della defunta moglie o dalla scelta di vivere la vita in modo schematico e ripetitivo, andando ad esempio a mangiare sempre nello stesso posto, ovvero al Café Orquídea, e ordinando qui sempre le stesse pietanze (omelette e limonata). In ogni caso, alla fine della storia, Pereira riesce finalmente ad aprire gli occhi e a distaccarsi dal passato, infatti, a seguito dell’omicidio di Monteiro, decide di pubblicare e firmare per la prima volta un articolo di denuncia contro gli abusi e sorprusi attuati dal regime nei confronti dei poveri cittadini.

Per quanto riguarda lo stile dell’autore, ho trovato il romanzo molto semplice e lineare dal punto di vista linguistico, è caratterizzato infatti da una lettura piuttosto scorrevole nonostante la presenza di elementi ridondanti, come ad esempio la frase “sostiene Pereira” che però, sappiamo, è il “cuore pulsante” di questa scrittura.

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