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Stephen King è una garanzia. Con la sua narrativa scorrevole, moderna, intrigante e vivida ha la capacità di coinvolgere a tutto tondo il lettore, permettendo così la completa immersione nel romanzo. Tutte queste doti dello scrittore sono ben visibili nel “Il corpo”, romanzo thriller ambientato negli anni Sessanta.
Una mattina d’estate un’inspiegabile vicenda sconvolge i cittadini della cittadina di Castle Rock: un ragazzo di tredici anni è scomparso e ormai, più che disperso è dato per morto. Solo qualche giorno dopo, un ragazzino di nome Vern riesce ad origliare una conversazione tra suo fratello maggiore, Billy, e un suo amico; da poco tornati da un’uscita. Ciò che Vern sente è agghiacciante. A quanto pare, Billy e il suo amico si sono imbattuti per caso nel cadavere del ragazzo scomparso nel bosco. Vern mette subito da parte lo shock e fa spazio alla frenesia, sgattaiolando fuori da casa, senza farsi notare dai due e raggiunge i suoi amici; riuniti in una casa sull’albero, dove trascorrono abitualmente le giornate afose d’estate. Quando anche gli altri ragazzi; ovvero Teddy, Gordie e Chris, vengono a conoscenza di una simile notizia, decidono di andare al più presto a carcare il presunto cadavere nel bosco, così da diventare gli eroi di Castle Rock. Il viaggio e le peripezie che i giovani protagonisti affrontano sono narrati con maestria e leggerezza, pur rimanendo una vena di inquietudine, dal “Re dell’horror” autore dell’indimenticabile “It”: Stephen King. Anche se non in tutti i suoi libri risulta così brillante, (ne è una prova “Evolution”) King dimostra il suo talento formidabile per la narrazione accattivante e convincente su storie horror, thriller e psicologiche, che incollano il lettore alle pagine. Il mistero dietro “Il corpo” in cui la suspence è palpabile fino alla fine, ne è una prova.