Laboratorio, Un libro tante scuole

Metamorfosi interiore


Paolo Marchisella V I

Liceo Scientifico "Enrico Fermi" - Bari

Nome Scuola

Liceo Scientifico "Enrico Fermi"

Città Scuola

Bari

“Oh, è magnifico, esclamò il dottor Cardoso, credevo di avere a che fare con un paziente più difficile, ma vedo che la natura la attira ancora. Forse sono attirato piuttosto dai ricordi, disse Pereira.”

È questa la condizione di Pereira. Vive nel terrore di un regime e la mole di forza che serbava in sé stesso non riesce più a manifestarsi. La pigrizia, l’ozio di Pereira sono dettati dal caos del tempo della dittatura e dalla sua inabilità nel ritrovare il sé critico. Pereira non riesce che a riflettere sulla morte; null’altro, sin dall’inizio, lo rinchiude in tale vortice di pensieri. Sembra non esserci alcuna speranza nella vita.

Anche il costante dialogo di sfondo con il ritratto della moglie lo lega per tutto il racconto alla dimensione ultima della morte.

Nella frase soprastante scorgiamo un Pereira bisognoso dei ricordi, inerte nel passato e destinato a rimanerci passivamente. Ma è visibile dagli inizi della storia l’io egemone di cui parla il dottor Cardoso, l’uomo schierato politicamente, rivoluzionario, cosciente del rischio e al contempo fortemente reattivo.

Il racconto può descriversi come il lento riscoprirsi di Pereira, all’inizio mostratosi non critico e apolitico e poi divenuto un uomo degno, un cittadino. L’essenza del cittadino si stava ormai perdendo lì in Portogallo, e non a caso Pereira si sente Francese, fa costanti riferimenti a scrittori repubblicani e democratici e si schiera, quando ormai impaziente, contro la censura del direttore del Lisboa. L’ultima scena, che vede Pereira trasformarsi letteralmente in un uomo francese, rappresenta anche la metamorfosi interiore raggiunta dal giornalista, integralmente guidato dall’anima rivoluzionaria emergente.

una recensione (max 2000 battute)

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