Laboratorio, Un libro tante scuole

Il fiore della passione per la vita e la libertà di pensiero


Classe V A Liceo Classico "Alessi di Turi"

Polo Liceale "Galileo Galilei" - Trebisacce (CS)

Nome Scuola

Polo Liceale "Galileo Galilei"

Città Scuola

Trebisacce (CS)

“Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bei giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché?”

A partire dalle parole dell’incipit del romanzo di Antonio Tabucchi “Sostiene Pereira”, ciò che colpisce immediatamente è l’eterno dualismo vita – morte, bios kai thanatos.
Siamo in estate: il sole splende, la brezza marina accarezza, lo scintillio azzurro del mare dà gioia, eppure Pereira, giornalista ormai anziano, pensa alla morte. La morte che è dentro di lui e che non gli fa notare quanto di bello abbia ancora intorno a lui. La morte che riappare anche nei dialoghi con il giovane Monteiro Rossi, che per vivere scrive necrologi, ma che non esita minimamente a rispondere a voce alta “..a me interessa la vita”.
La conoscenza di Monteiro Rossi e della di lui bellissima e combattiva fidanzata Marta, riaccendono in Pereira un lento risveglio, civile ed umano ad un tempo, lo spingono a guardarsi intorno con disincanto, a riprendersi cura di sé, a pensare liberamente e a non avere paura di esercitare il pensiero critico e di dire la propria, anche di denunciare, a costo di perdere la vita.
Quante volte ci sembra di sentirci “morti”, pur essendo nel pieno della vita, pur essendo in mezzo alla vita, pur essendo noi stessi vita. Talvolta basta un niente per “riaccenderci”, per “accenderci”, per risvegliare le nostre coscienze e scuoterle dal torpore.
Questo romanzo, i libri in genere, ci hanno “accesi” come fiaccole ed hanno fatto sbocciare in noi il fiore della passione per la vita e per la libertà di pensiero.
Un sincero ringraziamento al Salone del libro di Torino per l’opportunità concessaci, per la seconda volta, con l’iniziativa “Un libro tante scuole”, di leggere questi bei romanzi.
“Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia.” (Luis Sepulveda)
“L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale.” (Daniel Pennac)

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