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Recensione di Aurora Zedda
La storia si apre nelle brughiere selvagge e ventose dello Yorkshire, dove giunge Mr. Lockwood, in visita presso la tenuta di Cime Tempestose, appartenente in passato alla famiglia Earnshaw e di cui il proprietario è Heathcliff, uomo apparentemente arrogante e allo stesso tempo misterioso, che sempre in quella zona possiede anche la tenuta di Trushcross Grange. Si tratta di un’antica villa, in cui vi è un solo domestico di nome Joseph, apparentemente arrogante e molto legato alla religione. Di soggiorno in quest’ultima Lockwood, a causa del maltempo che caratterizza la zona, deve passare la notte a Cime tempestose, in una stanza ormai inutilizzata da tempo che apparteneva in precedenza a Catherine Earnshaw; prima di coricarsi l’uomo nota nella stanza la presenza di diversi manoscritti in cui vi sono raccontate vicende riguardanti la vita della ragazza e spinto dalla curiosità ha modo di leggerli quasi tutti fino a cadere in uno sonno profondo, travagliato pero da strani incubi in cui vede la stessa Catherine, quindi urla e sveglia Heathcliff, che reagisce in uno strano modo dettato da un’inaspettata disperazione. La mattina successiva Lockwood arriva a Trushcross Grange, dove ha modo di conoscere la governante Nelly Dean, che in precedenza aveva lavorato per diverso tempo a Cime Tempestose; spinto dalla curiosità l’uomo si fa raccontare la storia della famiglia Earnshaw. Si fa quindi un grande salto indietro nel tempo e le vicende si aprono con il signor Earnshaw, proprietario originario della casa, che ha due figli Hindley e Catherine; l’uomo si reca a Liverpool per un viaggio di tre giorni e ritorna con un bambino trovato casualmente a cui dà il nome di Heathcliff; quest’ultimo non viene visto molto bene dai figli del signore, che inizialmente lo trattano male; in poco tempo diventa però quasi il preferito del signor Earnshaw, acquistando un forte legame anche con la figlia, ma avendo al contrario un pessimo rapporto con il figlio, che lo odia. I ragazzi crescono,
Heathcliff è trattato alla pari dei due fratellastri fino a che il signor Earnshaw si ammala fino ad arrivare progressivamente alla morte; la tenuta passa quindi a Hindley che vi si trasferisce con la moglie Frances; d’altra parte Catherine conosce dopo una delle sue malefatte con Heathcliff la ricca famiglia dei Linton, residente a Trushcross Grange, villa situata lì vicino, costruendo un forte rapporto con i due fratelli Edgar e Isabella. Trascorrendo tanto tempo a casa loro, inizia a comportarsi similmente a questi e inizia a perdere progressivamente i rapporti con Heathcliff. Successivamente Catherine si sposa e Heathcliff se ne va tornando tre anni dopo e sposandosi con Isabella, sorella di Edgar; riuscirà a confessare il suo amore a Catherine e deciderà di vendicarsi contro coloro che gli hanno fatto del male, per cui prova forte odio, ma allo stesso tempo avrà a che fare con una serie di vicende sconfortanti che saranno difficili da digerire e avranno un certo risvolto nella storia, ma almeno riuscirà a confessare il suo amore a Catherine…
Passeranno poi gli anni e la figlia di Catherine ed Edgar, chiamata anch’essa Catherine, avrà una storia d’amore con Linton, figlio di Heathcliff. Questo in fondo non starà con la ragazza per vero amore ma bensì per aiutare il padre a raggiungere i suoi orribili obiettivi per completare definitivamente la sua vendetta, che però alla fine di tutto rimarrà tristemente solo con il ricordo di chi più amava…
Il romanzo si presenta con un registro linguistico molto alto e i temi principali trattati sono l’amore, a tratti tossico, contrapposto alla vendetta, causata dall’odio e per finire quanto può far male la solitudine più totale.
Con questo libro l’autrice ci vuole dire che in primo luogo l’amore, per quanto possa essere bello, non sempre viene vissuto in modo sano e giusto; in secondo luogo vuole far capire che è un attimo a farci passare dalla ragione al torto, assumendo al contrario le sembianze di chi ci ha causato in precedenza appunto un certo male, e in riferimento a ciò le dure conseguenze che ci verranno sbattute in faccia.
Il romanzo in sé può essere interessante, ma il modo in cui è scritto e elaborato potrebbe risultare per alcuni troppo impegnativo da affrontare con una lettura e difficile da comprendere a tratti; al contrario ci potrebbe essere una vasta categoria di lettori che apprezzerebbe uno stile linguistico così ricco, elaborato e approfondito nei dettagli. In conclusione ritengo che sia un romanzo interessante per come ci vengono presentate le vicende e come queste si susseguono, lo stile linguistico è apprezzabile e suggestivo ma in alcuni tratti difficoltoso da seguire a causa del troppo soffermarsi su dettagli, importanti fino a un certo punto, da parte dell’autrice, ma nel complesso assieme all’ambientazione delle vicende e ai temi trattati, che si possono strettamente collegare a essa per alcune sfumature, può risultare un romanzo mediamente interessante, ma deludente per alcuni risvolti della storia che avrebbero
potuto evolversi in modo diverso e meno negativo. Tuttavia può essere considerato però un romanzo senza tempo, perché affronta temi pienamente presenti nella società contemporanea.