12 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Pesci in un acquario


Lucia Alescio, Ilenia Baiocato

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Entrare nella Sala Bianca del Salone con Murata Sayaka è stato come immergersi in un acquario. Siamo stati studiati, come in un esperimento, mentre ci adattavamo alla presenza dell’autrice nipponica. È proprio in questo modo che l’autrice affronta la scrittura: immaginando di gettare i suoi personaggi in un acquario e trascrivendo quello che vede attraverso il vetro, lasciandosi dominare dalla storia. Lei diventa quindi solo un mezzo attraverso cui il romanzo viene alla luce e, anche quando esso la porta in luoghi scomodi e argomenti difficili da affrontare, Murata continua nella scrittura, arrivando a fronteggiare nuove parti di sé. Il riflesso più chiaro della sua introspezione all’interno delle sue opere è l’assenza di rabbia dei personaggi. L’autrice infatti da piccola, per un periodo, non ha potuto esprimersi a seguito di problemi alla gola e questo l’ha portata a estraniarsi da questa emozione e a interrogarsi su come potesse manifestare e affrontare il dolore, e trovarvi un anestetico. Nel suo ultimo romanzo Parti e omicidi, pubblicato da Edizioni e/o, al dolore viene posto rimedio attraverso l’istinto omicida. “Dentro di me ci sono due persone, un essere umano e una scrittrice – conclude Murata – la me umana diventa materiale per la storia che voglio raccontare”.

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