BIANCA LUCINI
Laboratorio, Oltre la notizia, Oltre la notizia 2025

L’infanzia davanti a uno schermo


Bianca Lucini, Pisani Zohra Tabhata, Braga Sanches Passarelli Pietra, Fabrizio Celli

Tramello Cassinari - Piacenza

Nascono gli “ipad kids”e i genitori prendono una pausa. C’è bisogno di sentirsi in colpa per questo? Forse sì.

Dalla televisione ai computer, fino ai dispositivi “touch”: la nostra società digitalizzata ha generato nuovi bisogni e trovato soluzioni sempre più comode per poterle soddisfare. In Italia, secondo la Società italiana di pediatria, già dall’età prescolare i bambini iniziano ad interagire con dispositivi elettronici in autonomia: dagli 0 ai 2 anni la percentuale che li usano  è del 26%, dato che aumenta al 62% tra i 3 e 5 anni e raggiunge il massimo nella fascia d’età tra i 6 e 10, con un picco dell’ 82%. Di fronte a questi dati sconcertanti ci chiediamo tanti come e perché e noi siamo qui per provare a formulare delle risposte.

Molti genitori si giustificano dicendo che consegnare il dispositivo digitale sia la strada più semplice, più comoda o addirittura l’unica soluzione per calmare il bambino; ed è vero, specie se il piccolo è abituato a passare il tempo con questi giocattoli per adulti. A breve termine può essere una soluzione efficace per distrarre il bambino e avere più spazio per se stessi. Tuttavia, se usati in maniera prolungata e precoce, le pericolose conseguenze che causano sono molto più numerose rispetto al vantaggio di poter fare un aperitivo in pace o di conversare al ristorante con gli amici, tra una portata e l’altra, senza essere disturbati.

L’esposizione prematura a queste tecnologie può provocare effetti come disturbi dell’attenzione, iperattività e nervosismo. La mente del giovane individuo  viene costantemente tempestata da stimoli e sollecitazioni intense che diminuiscono la sua pazienza e gli fanno avvertire i momenti “vuoti”, di noia o di calma, come momenti di frustrazione ingestibile. Un esempio di questo sono i sempre più presenti “ipad kids”, un termine che negli ultimi anni è diventato virale sui social media, il quale indica i bambini che in contesti sociali come ristoranti, parchi o situazioni mondane, vengono intrattenuti appunto da un ipad, un tablet o uno smartphone.

BIANCA LUCINI
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Un’altra grande conseguenza è l’impatto che questi supporti digitali hanno sulla socialità. Se usati troppo presto, causano difficoltà di  socializzazione e di attenzione; in seguito, nel proseguo della crescita, si perde la capacità di interagire con i compagni di scuola, con la famiglia e si rischia di avere future difficoltà sia nel gestire e comprendere le emozioni proprie e altrui, sia nello sviluppo cognitivo e relazionale.

Non è possibile crescere completamente e diventare davvero se stessi da soli. È mediante l’interazione e l’imitazione che impariamo a regolarci, ad adattarsi, a scoprire e a cambiare. Con questo non stiamo recriminando l’uso delle tecnologie, bensì cerchiamo di promuoverne un impiego controllato, consapevole e limitato. Crescere un figlio è tutto fuorché facile, ma lasciarlo in balìa di un “device” è irresponsabile e potenzialmente pericoloso. Il bambino deve poter esplorare, amare, scoprire, sbagliare, cadere, sporcarsi, e queste cose non possono accadere attraverso uno schermo.

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