Cronache, Salone del Libro 2024

Matteo Saudino: la scuola per la democrazia e la democrazia per la scuola


Giacomo Bosco, Luca Pasin

RedazioneBookblog - Torino

Scuola e democrazia sono stati gli argomenti principali dell’intervento di Matteo Saudino, in arte Barbasophia, che si è tenuto alle 16.30 nel salotto de La Stampa allestito in padiglione Oval. Il docente, noto per le sue “pillole” di filosofia su Youtube che più d’una volta ci hanno salvato con una preparazione dell’ultimo minuto il giorno prima dell’interrogazione, ha avviato un podcast molto seguito intitolato “Pensiero stupendo”, dal titolo del successo di Patty Pravo. L’ha chiamato così -ha spiegato- condividendo quanto per lui sia bello esercitare il pensiero con la filosofia che ha la pretesa di insegnare agli uomini a vivere al meglio.

Il divulgatore ha espresso il suo rammarico perchè l’istituzione scuola, oggi, non esprime tutto il suo potenziale. Ha sottolineato che l’obiettivo di ogni istituto non dovrebbe essere quello di assicurare un impiego a noi giovani una volta diplomati, quanto preoccuparsi della formazione umana di ogni allievo, in modo tale che egli possa giungere autonomamente a comprendere quale possa essere la via da percorrere per potersi realizzare appieno. Ogni ragazzo, attraverso lo studio, dovrebbe quindi comprendere se stesso, o per dirla con Spinoza la sua “natura”, per mettere a frutto le sue potenzialità e raggiungere e vivere la felicità. Infatti, sottolineandone la relatività nella misura in cui esistono tanti tipi di felicità diversi quanti sono gli esseri umani, Barbasophia ha ricordato come solo in un contesto democratico questo obiettivo possa essere effettivamente raggiunto. Ecco che i due temi centrali dell’incontro sono legati a doppio filo, perchè le persone felici sono tendenzialmente più democratiche e la democrazia favorisce la felicità.

E’ necessario pensare a momenti di dialogo nella società e che la politica sia aperta alle istanze che da questa provengono per cercare insieme soluzioni proporzionate. Tra scuola e democrazia, assume una funzione fondamentale la contestazione che veicola i bisogni di noi nuove generazioni mettendo in dubbio l’equilibrio raggiunto, motivo per cui è per lo più invisa a chi ha il potere.

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