Cronache, Salone del Libro 2023

L’Officina Babùk approda nell’editoria inclusiva


Giada Foschi e Giulio Gori

Liceo Vittorio Alfieri - Torino

L’Officina Babùk è una nuova casa editrice fondata unendo le forza delle case Babalibri, grazie al suo vasto catalogo di albi illustrati, e Uovonero, specializzata in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). I valori che si vogliono esprimere attraverso i libri sono perfettamente racchiusi nel nome dell’editore: officina, composta da opus “opera” e facere “fare”. Tra i vari significati della parola infatti esiste proprio quello di luogo dove si produce, anche progetti culturali. L’iniziativa di Enza Crivelli, Francesca Archinto e Sante Bandirali nasce dalla necessità di riempire un vuoto presente nell’editoria inclusiva, quello dei libri trascritti in simboli. Presentano dei libri divertenti e di successo, principalmente indirizzati ad un pubblico giovanissimo, ma non solo. Il pubblico ideale comprende chiunque, da bambini che vogliono acquisire autonomia nella lettura a coloro che hanno difficoltà di apprendimento, fino a stranieri che si approcciano per la prima volta alla lingua italiana. Queste letture vengono a paragonate ad una bici con le rotelle, grazie all’unione dei simboli e del testo scritto. A settembre saranno pubblicati i primi tre libri: Papà-isola, Mangerei volentieri un bambino e Sedia blu, ma i fondatori hanno già annunciato che hanno altre pubblicazioni in serbo.

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