Un libro tante scuole

Leggendo il secondo capitolo “UN POMERIGGIO D’INVERNO”


classe 1d


‘’Nessuna donna poteva dirsi mia madre, e nessuna io volevo chiamare con questo titolo, fuorché una sola, che era morta!’’

 

Significativa questa frase che esprime totalmente il vuoto lasciato dalla madre di Arturo morendo. L’arrivo di Nunziata crea molto sconcerto e confusione in Arturo, il quale rifiuta totalmente l’idea della ‘’sostituta’’. Denota quanto sia stato difficile per Arturo crescere senza una madre e quanto, al tempo stesso, rifiuti totalmente l’idea di considerare un’altra donna tale. La rispetta perché il padre l’ha scelta, non la giudica perché non è il suo compito, la accetta, perché così desidererebbe il padre, nulla di più. 

Ginevra VENTURI 

 

“Già!” dichiarò “essa mi rifiutava! Rifiutava di sposare un mio pari, questa pidocchiosa! Le prese perfino, da sua madre, perché rifiutava un simile partito, proprietario, fra l’altro, di un castello!”

Wilhelm, il padre di Arturo, porta nel castello dei Gerace la sua giovane sposa Nunziata (o Nunziatella), la ragazza è solo una fanciulla di appena due anni maggiore del figliastro. Nelle prime due settimane di convivenza, prima della partenza di Wilhelm, la famiglia riscontra alcuni problemi… 

Nunziata non ha ricevuto un’istruzione lasciando la scuola in seconda elementare e perciò viene derisa dal marito che si crede superiore, la giovane non controbatte mai e si lascia persino spettinare l’acconciatura. 

Arturo vede per la prima volta suo padre in preda all’ira, con lui infatti non si era mai comportato così, egli non è abituato alle donne e soprattutto non vuole assolutamente riconoscere la ragazza come sua madre. Colpisce la figura di Wilhelm, perché, se nel primo capitolo il suo personaggio era quasi un mistero, ora rivela sempre di più la sua vera natura, ossia un uomo senza amore né empatia o sentimento nei confronti della giovane sposa, solo aggressività e malizia, quasi come se l’avesse sposata per farle un dispetto. 

Flavia MOSCHETTA

 

“…però nei suoi occhi l’umidore delle lagrime non sembrava una cosa amara, che glieli bruciasse, come a noialtri: sembrava un vapore sospeso, che s’illumina scherzando con le iridi e con le pupille.” 

Quanta poeticità attribuita ad Arturo nel descrivere gli occhi della sua matrigna che piange malinconica nella sua stanza, fa intuire a noi lettori alcune differenze che il protagonista vede tra la sua figura e quella della ragazza e ci introduce all’inizio della fascinazione attrattiva di Arturo per Nunziatella. 

Giorgia TUCCI

Nunziatella, secondo la descrizione di un ragazzino accecato dalla incontenibile luce del padre, appare come una povera creatura sottomessa, ma qualche volta Arturo si lascia scappare piccole peculiarità dell’espressione dei suoi occhi e delle sue stesse parole. Ella infatti, nel suo piccolo, cerca di far valere il suo essere donna, che non è assolutamente un difetto o un biglietto di sola andata verso l’impotenza in confronto al temibile genere maschile (“Ma se non ci sono più le donne, finisce questo mondo”). Durante la prima sera, però, Arturo si ritrova solo con la sua nemica e inizia tutto d’un tratto a raccontarle tutte le sue fantasie, tutti i suoi viaggi, che non aveva mai esposto a nessuno prima d’ora. Lei, di conseguenza, gli parla della sua famiglia, della sua religiosità e improvvisamente Arturo viene catapultato in un mondo nuovo, in cui non sta affatto male. Nota nelle forme della sua interlocutrice un luccichio grazioso che la rende affascinante. Arturo, credendo di possedere ancora le certezze paterne, inizia invece a staccarsi da esse, creandone nuove, le sue. Non so se sia solo frutto della mia fantasia, ma credo che quello che comincia a provare Arturo e che finirà per odiare, sia proprio quel sentimento che non ha mai conosciuto: l’amore. 

Maia FORNAROLI

 

Era la prima volta che svelavo a una persona umana i risultati della mie solitarie meditazioni”.

Arturo ha vissuto solo, Nunziatella ha vissuto con troppe persone, tantissimi fratelli e sorelle e, per questo, in casa sua non c’erano mai abbastanza attenzioni per lei. Così si è convinta di essere inferiore a tutti e a Dio, a differenza di Arturo che è signore di un’intera isola.

Entrambi hanno le proprie credenze, le proprie certezze, a cui si sono aggrappati con le unghie e i denti per poter sfuggire alla solitudine.

Nonostante i due siano totalmente diversi, il lettore riesce a cogliere le caratteristiche e le ferite che hanno in comune, a causa della solitudine. Questi elementi in comune li hanno fatti entrare subito in confidenza così non hanno avuto problemi a confidarsi tutti i loro segreti: sono riusciti ad andare oltre le loro differenze e i pregiudizi, per i quali Arturo ritiene la sposa del padre inferiore a lui.

Benedetta LORENZON              

 

“E’ proprio la paura di stare sola, mica nient’altro, che mi mette paura!”.

Il tema della solitudine non riguarda solo Nunziatella, ma anche Arturo che, completamente da solo per tutta l’adolescenza, è arrivato a creare una realtà immaginaria con la sua fantasia. “E così passava la mia infanzia solitaria, nel palazzo negato alle donne”. Mentre Arturo riempie il vuoto affettivo idealizzando il padre, Nunziatella, pur di non rimanere sola, sacrifica la sua vita accettando di sposare un uomo scelto dalla madre.

Eleonora GATTI

 

A uno non basta la contentezza di essere un valoroso, se tutti quanti gli altri non sono uguali a lui, e non si può fare amicizia. Il giorno che ogni uomo avrà il cuore valoroso e pieno d’onore, come un vero re, tutte le antipatie saranno buttate a mare. E la gente non saprà più che farsene, allora, dei re. Perché ogni uomo, sarà re di se stesso.“

In questo dialogo Arturo spiega a Nunziatella, esterrefatta da tanta conoscenza e saggezza in quello che pensava fosse un semplice guaglione, una sua riflessione derivata dalle tante letture di libri su re, condottieri e grandi uomini. Mai, prima di allora, si era confidato con nessuno  in tal modo, nemmeno col padre, poco interessato a lui o ai suoi ideali, infatti il ragazzo si sente imbarazzato a fare tali dichiarazioni a una donna, sempre disprezzata e mal accolta dalla sua famiglia, dai suoi antenati e addirittura dalla sua casa.

L’imbarazzo di Arturo però scompare, perché la matrigna accoglie le sue parole come perle di saggezza, essendo cresciuta in un ambiente semplice con poca istruzione. Il ragazzo ricevendo per la prima volta l’approvazione di una donna, che probabilmente gli ricorda quella mai avuta di sua madre, diventa presto viziato di complimenti o di ammirazione da parte di Nunziatella, fino a sentirsi quasi come uno degli eroi dei suoi libri.

Federico FRAU

 

Nunziatella racconta di sua madre che aveva avuto dieci figli, tra maschi e femmine, ma molti erano morti subito dopo aver fatto il battesimo, infatti lei dice che se un giorno dovesse incontrarli nuovamente in paradiso, non sarebbe in grado di riconoscerli, vista la morte prematura. Inoltre rincuora Arturo dicendo che anche lui un giorno incontrerà sua madre in paradiso, ma secondo lui per i morti non c’è nessuna famiglia, nella morte non si riconosce più nessuno. Solitamente un ragazzino pensa, o almeno spera, di incontrare di nuovo le persone a lui care che ormai non ci sono più, invece Arturo è consapevole del fatto che nulla è certo e che non esiste alcun paradiso o inferno, quindi non spera nemmeno di poter incontrare la madre, morta alla sua nascita. 

Nunziatella dopo aver raccontato ad Arturo come erano morti il padre e il fratello, aggiunge che la paura di morire è una cosa stupida: ”Chi si prende paura della morte sbaglia proprio, perché quella è un travestimento: che a questo mondo, apposta ci si fa vedere bruttissima, come fosse un lupo”. Questa frase dimostra la speranza che ha la donna nel paradiso, infatti dopo aggiunge: ”Là nel paradiso, ci si farà vedere al vero”, lei infatti non teme la morte, dato che in paradiso non si sa neanche cos’è la morte, perché da là riesci a vedere come stanno davvero le cose, e in più, là, potrà incontrare i suoi fratelli e le sue sorelle che non ha avuto la fortuna di conoscere per la loro breve vita.

Matteo MARTELLI

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