Ad aprire la presentazione del libro della psichiatra Chimarella Lazzeri, La crisi: essere e divenire dell’uomo, l’ineluttabilità del cambiamento (edito da “L’Asino d’Oro“), in occasione della terza giornata del Salone Internazionale del Libro di Torino 2023, sono stati dei rappresentanti della Fondazione Massimo Fagioli. Questa è coinvolta nel progettare interventi di diagnosi e cura della salute mentale, ispirandosi al celebre psichiatra che ha dato il nome all’associazione.
La conferenza è continuata con gli interventi della dottoressa Ester Stocco, di Flavia Cappadocia e del laureando in Filosofia Lorenzo Neri, ognuno dei quali ha proposto un’analisi di un estratto del libro, i cui passi sono stati recitati dall’attrice Serena De Ferrari. L’opera nasce come tesi di laurea in Medicina e Chirurgia di Lazzeri: le teorie innovative di Fagioli hanno rappresentato il punto di riferimento per la stesura del lavoro; lo specialista è riuscito a coniugare la sfera terapeutica (paziente-terapeuta) a quella extra-analitica (al di fuori del contesto della psicanalisi), scardinando le logiche tradizionali di questa disciplina. L’elaborato si presenta come analisi antropologica e non unicamente psichiatrica e traccia un percorso a partire dalla classicità, che prende in considerazione due prototipi di uomo: Ulisse ed Edipo. Questi ultimi sono posti agli antipodi: Ulisse infatti rappresenta la paura insita nell’uomo di perdere la propria razionalità, ciò che lo distingue dall’animale, mentre in Edipo è scomparsa quella paura di svelarsi e accettarsi come animale irrazionale. Qui si inserisce la psicanalisi, che si occupa di accendere la speranza di un cambiamento, di una cura e del superamento di uno stato di crisi, non necessariamente negativo, bensì possibile punto di svolta rispetto a una condizione d’inquietudine. Essa ha avuto, inoltre, il ruolo di liberare la donna dai canoni classici, che la consideravano antitetica alla razionalità dell’uomo e per questo pericolosa.
In conclusione i relatori hanno approfondito la figura del terapeuta, il cui requisito principale è avere una personalità integra e coerente per non farsi investire dalla crisi del paziente: deve infatti invitarlo all’accettazione della sua psicosi e restituire quanto l’interlocutore ha perso della sua identità.