16 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

La periodicità dei valori


Lucia Musso

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Durante la seconda giornata al Salone del Libro di Torino, in onore dei cinquant’anni dalla pubblicazione del Libro “Il Sistema Periodico” di Primo Levi, il critico letterario Domenico Scarpa ha intervistato gli scrittori Roberta Mori e Davide Longo, accomunati dall’interesse per l’autore.

Il relatore ha offerto spunti per riflessioni non solo strettamente legate alla produzione letteraria, ma anche al contesto storico e ai significati metaforici del libro. 

“Il Sistema Periodico” è costituito da ventuno racconti, ognuno dei quali prende il nome da uno degli elementi della tavola periodica, che nel testo assume un valore simbolico. Il titolo esprime la dualità della vita di Levi, scrittore e chimico, e la sua follia razionale che lo induce a rinnegare scorciatoie per attirare il lettore e a unire in un solo libro due universi che la cultura italiana ha sempre diffidato nel collegare: scienza e umanesimo. Ognuno di questi capitoli racconta attraverso una dimensione filosofico-esistenziale alcune tappe fondamentali della vita e i quesiti di natura morale che la caratterizzano; proprio per questo Levi è autore di un grande classico, di una storia di coraggio e di tutti quei valori che mai invecchiano.

Tra gli elementi isolati, primo tra tutti “Ferro”, racconto che Levi dedica al personaggio Sandro Delmastro, ex allievo del nostro liceo, suo compagno di studi con il quale condivideva la passione per la montagna. Levi racconta: “la montagna è stata la mia trasgressione”, il luogo della sua giovinezza, dell’incoscienza che caratterizza quell’età, ma al tempo stesso teatro del desiderio di autodeterminazione di quella generazione “apolitica”, che, a causa dell’imposizione del regime fascista, non ha mai avuto la libertà di scegliere per sé attraverso il voto. È questo che rende straordinaria la gioventù degli anni della guerra: la consapevolezza morale che deriva dalla creazione della propria persona attraverso la cultura, l’introspezione che permette di conoscere un limite al di là di qualsiasi tirannia del pensiero unico. Proprio in questo luogo così idilliaco nasce un’amicizia da intendere come comunione del bisogno di libertà.

1 commento

  1. Lucia si misura con un testo tutt’altro che semplice e ne trasmette, pur nella costrizione di un breve articolo per un blog, tutta la profondità.
    Viene proprio voglia di rileggerlo.
    Grazie

Rispondi a Vera Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *