Cronache, Salone del Libro 2023

La matematica, una scienza di tutti i giorni


Luca Pasin

Redazione Bookblog - Torino

A Belgrado, nel museo dedicato a Nikola Tesla, il famoso fisico serbo, c’è una scritta che suona così: “Nell’Etere ogni tanto la Scienza scende sulla Terra e suggerisce a qualche neonato un suo segreto”. Effettivamente è un luogo comune credere che i grandi matematici siano geni innati a cui la natura ha regalato doti rare che si rivelano già in età precoce, ma è proprio il contrario che Piergiorgio Odifreddi e David Bessis sostengono nel dialogo mediato in sala azzurra da Gabriele Beccaria. Il primo dei due è il matematico cuneese noto al grande pubblico per l’attività di divulgazione che l’ha spinto a misurarsi in campi distanti dal suo, come la religione e la filosofia. Bessis è un matematico francese, formatosi a Parigi e negli Stati Uniti a Yale, già ricercatore al Centre National de la Recherche Scientifique e attualmente direttore di una società specializzata in intelligenza artificiale.

Pillole matematiche” e “Mathematica” sono i titoli dei rispettivi libri scritti con lo stesso obiettivo, convincere non solo che la matematica è ovunque, ma che è più semplice di quello che immaginiamo e che il blocco che affligge quelli che la odiano è spesso più psicologico che cognitivo. Mentre Bessis parla di vero e proprio tabù culturale, Odifreddi critica il sistema scolastico che fin dai primi anni, con la teoria degli insiemi, mette i più piccoli di fronte alla complessità del processo di astrazione, invece che partire da una base concreta di realtà, dall’esperienza individuale, un presupposto imprescindibile per l’efficacia dell’insegnamento. Questo è infatti l’unico modo con cui già da piccoli possiamo saggiare le soluzioni offerte dalla matematica e di conseguenza appassionarci. Che la scienza dei numeri sia una lente di ingrandimento per leggere la realtà ce lo dimostra anche Tolstoj che, in Guerra e Pace, elabora una teoria della storia attorno al concetto di integrale matematico, intendendola come l’insieme dei contributi infinitesimi di tutti coloro che hanno partecipato alle guerre. Bessis per parte sua non crede molto alla genialità innata, ma considera le grandi intuizioni il frutto della curiosità, del coraggio e della tenacia che stimolano la mente a cercare nuove soluzioni. Questa visione ottimistica ha il pregio di evitare che ciascuno di noi si auto-convinca della propria inettitudine e obbliga a focalizzarsi sullo sforzo e sul sacrificio che sono fattori indiscutibili per un successo solido e duraturo.

Rispondendo a una domanda del pubblico in sala sull’impatto negativo che l’intelligenza artificiale può avere sul mondo del lavoro, entrambi sono d’accordo sul fatto che sia la tecnologia tutta a portare con sè dei rischi se l’uso si converte in abuso. Dunque, in sintonia con Bessis per cui “la matematica è una macchina per cambiare il mondo e per comprenderlo“, è bene tenere a mente che la tecnologia è un mezzo e non deve essere il fine.

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