Hijra è il titolo del libro di Saif ur Rehman Raja, pubblicato nel 2024 dalla casa editrice Fandango Libri. L’incontro con l’autore si è svolto a Palazzo Naselli Crispi il 5 ottobre al Festival di Internazionale di Ferrara a cura degli studenti del Liceo Carducci.
Il libro è un’autobiografia ambientata tra Rawalpindi, piccola cittadina pakistana e l’Italia. L’autore infatti ha trascorso i primi undici anni della sua vita in Pakistan, per poi raggiungere il padre a Belluno insieme al resto della famiglia. Dopo il trasferimento in Italia la sua vita è cambiata completamente: l’Italia, infatti, lo ha discriminato per il colore della pelle e le origini, ma anche i parenti pakistani hanno preso le distanze da lui poiché era troppo italiano. A ciò si è aggiunta l’orientamento omosessuale, non accettato inizialmente dal padre, il quale lo ha definito in modo spregiativo “hijra”, termine asiatico per indicare transessuali. All’età di ventidue anni è finalmente riuscito a riallacciare i rapporti con il padre che ha accettato la sua identità.
Saif ha trascorso la sua adolescenza tra pregiudizi razziali e omofobi. Nonostante ciò non si è mai arreso a queste difficoltà e ha anche conseguito una laurea in Scienze pedagogiche ottenendo a anche l’accesso un dottorato all’università di Siena.
Durante l’incontro attraverso le risposte alle domande degli studenti del Liceo Carducci sono stati affrontati vari argomenti: la cittadinanza italiana, il diritto di aborto, educazione all’affettività, omofobia, razzismo e differenze culturali.
In primo luogo ha introdotto il tema dell’educazione affettiva: secondo il suo parere bisognerebbe avvicinare i bambini a questo tema a partire dall’infanzia. I bambini infatti apprendono prima il linguaggio del corpo che quello della parola. Inoltre già in tenera età comincia a formarsi la personalità di ognuno di noi.
In seguito Saif ha criticato i criteri per ottenere la cittadinanza italiana, tema per lui importante, portando l’esempio della madre che per ottenerla ha dovuto superare un esame di italiano di livello B1. L’autore ritiene che i criteri applicati siano ingiusti e realisticamente difficili da rispettare.
Ha terminato sostenendo che il livello di integrazione sociale sta peggiorando notevolmente e che i diritti, in particolare delle minoranze, sono sotto attacco. Per questo, ha dichiarato, la cittadinanza dovrebbe essere maggiormente estesa risolvendo così diversi problemi che affliggono il nostro paese come, ad esempio, la discriminazione del diverso.