Salone del libro 2021

Ilaria Cucchi: una lotta contro l’indifferenza


Virginia Martelli, Alessia Ferraris, Liceo Alfieri Torino


Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, e Andrea Franzoso presentano il loro nuovo libro “Stefano. Una lezione di giustizia“. Dodici anni fa Stefano moriva di giustizia e la sua sofferenza veniva ignorata da giudici e pubblico ministero. Oggi Stefano diventa una lezione di giustizia per tutti e conoscere la sua storia è fondamentale per evitare di cadere nella stereotipizzazione che porta a identificare la persona che è stata Stefano sotto il nome di “caso Cucchi”. Egli è morto di indifferenza, nessuno è stato in grado di guardare oltre il pregiudizio: Stefano se n’è andato, a tutti gli effetti, come ultimo tra gli ultimi e, per questo motivo, è diventato simbolo di speranza. 

Andrea Franzoso, cadetto dell’Accademia militare di Modena e per otto anni al servizio come ufficiale dei carabinieri, congedandosi con il grado di capitano, evidenzia come la battaglia intrapresa dalla famiglia Cucchi sia una battaglia di tutti, una battaglia anche sua: per questo motivo, è necessario che soprattutto i più giovani siano a conoscenza di quanto accaduto, perché è una storia che può ripresentarsi e che può capitare a chiunque. Franzoso mette in luce il fatto che “davanti alla giustizia siamo tutti un po’ bambini” e, a partire da questo presupposto, spiega il motivo per cui all’interno del libro ha inserito schede di approfondimento giuridiche sulla costituzione e inserimenti accademici rivolti ai ragazzi, tra i quali vengono illustrati il metodo secondo cui avviene una perquisizione, l’importanza di avere un difensore, come si svolge un processo.

L’organico del libro si articola al fine di rispondere a un grande quesito: quanto è pericolosa l’indifferenza? Ilaria Cucchi sottolinea che si può morire di indifferenza, come quella dei centocinquanta ufficiali che dovevano tutelare suo fratello, ma che non sono stati in grado di compiere il proprio dovere e di andare oltre il pregiudizio, oltre il ragazzo tossico e scontroso che era Stefano, e vedere in lui un essere umano. La sua storia è inevitabilmente una storia di diritti e, in particolare, la storia di una violazione di diritti che devono essere necessariamente uguali per tutti. E’ una questione che presuppone l’utilizzo di due pesi e due misure: probabilmente se Stefano non si fosse trovato nella situazione in cui era, non sarebbe morto in quella maniera terribile. 

Ilaria Cucchi è l’incarnazione della perseveranza e la sua fede incrollabile nella giustizia non ha mai vacillato, neanche quando nel 2014 la Corte d’Appello ha assolto tutti gli imputati per mancanza di prove. Tuttavia, si trattava della prima volta in cui veniva riconosciuto che Stefano fosse morto di botte e non a causa di una caduta dalle scale, come si era fatto credere. Il giorno successivo al processo sono state accese oltre mille candele a sostegno della famiglia Cucchi e questo gesto ha ridato loro la forza di continuare a lottare. 

La lezione fornitaci da Ilaria Cucchi consiste nel prendere consapevolezza del fatto che le istituzioni si possano sfidare, se si ha coscienza di essere nel giusto, e che bisogna combattere per quello in cui si crede nel rispetto delle istituzioni stesse. 

Stefano non è un eroe, ma è la vittima di un sistema corrotto e di un problema che colpisce molti giovani come lui quotidianamente.

L’invito che Ilaria Cucchi ha rinnovato è quello di non rimanere indifferenti, soprattutto di fronte agli ultimi: se le persone che si sono trovate davanti a Stefano lo avessero denunciato, forse oggi sarebbe ancora vivo e avrebbe potuto affrontare personalmente questo problema. E lei non avrebbe avuto nulla da raccontare.  

 

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