Venerdì 15 settembre 2023 alle 21, per l’edizione di quest’anno di Pordenone legge, al teatro Pileo di Prata di Pordenone è stato ospitato uno scrittore e sceneggiatore italiano di fama internazionale: Antonio Manzini. Intervistato da Valentina Berengo, Manzini è noto per il suo stile umoristico nero, che si riflette nei suoi romanzi, nonostante la sua personalità ironica e intraprendente. Il personaggio principale, Rocco Schiavone, è spesso cinico, sarcastico e usa l’umorismo come meccanismo di difesa contro le situazioni difficili.
La serata inizia con una domanda che aleggiava da tempo nelle teste di tutti i suoi lettori fedeli: ma come cambia Rocco Schiavone con il tempo? Che rapporti ha lui con il tempo che passa? Lo si conosce così bene da non stancarsi mai di scrivere di lui? A tutte le domande Manzini risponderà con molto entusiasmo ed umorismo, affermando che dopo quattordici libri in serie sul vicequestore, non si ricorda più alcuni personaggi, ad altri affida altri nomi invece che quelli originali, tuttavia sostiene che per lui Schiavone è come una persona reale: con il tempo cambia, che sia opinione, che sia atteggiamento nei confronti della vita, che sia il modo di vedere le cose; in ogni caso si cambia, si matura, restituendo alla vita ciò che ci ha insegnato con le esperienze che ci ha posto di fronte. La visione dell’autore è molto diversa da quella dell’intransigente vicequestore, che trascina le sue giornate completamente assorbito dal suo lavoro e il tempo che passa è quasi un amico, poiché si prende le responsabilità di ciò che lui non ha il coraggio di fare: togliersi la vita. Questo turbamento e malinconia che sempre si porta sulle spalle è dato dal grande dolore della perdita della moglie e l’allontanamento dagli amici di Roma, dopo essere stato trasferito ad Aosta per motivi disciplinari.
Dopo diversi aneddoti sui personaggi secondari, costanti in ogni romanzo della serie, l’intervistatrice procede con la fatidica domanda sul suo nuovo libro, “ELP”. Con “l’Esercito di Liberazione del Pianeta”, Antonio Manzini vuole raccontare la storia di questo gruppo di ragazzi che, come simbolo di protesta civile, lotta per farci realizzare (sia agli altri personaggi del libro, sia a noi lettori) che il mondo sta cambiando e non c’è il cosiddetto “pianeta B”. Per manifestare il loro dissenso, questi ragazzi lanciano dei piccoli messaggi attraverso degli eclatanti gesti di liberazione di mandrie di animali di allevamento in autostrada. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con affetto mista al suo tipico scetticismo a queste azioni azzardate, ma anche lui non può fare a meno di interrogarsi sulla questione molto nota oggigiorno del pianeta e del cambiamento climatico. Con questo libro, ma anche con tutti i suoi altri romanzi, l’autore vuole far riflettere il lettore attraverso la figura di Rocco sull’argomento principe al centro dell’omicidio: per “ELP” è la questione del pianeta, per “Le costole di Adamo” era la violenza sulle donne e per “Rien ne va plus” il gioco d’azzardo. Intorno a questo nucleo centrale, spiega Manzini, si costruiscono tutti i tasselli della storia e, alla fine, quella dell’omicidio comincia ad essere plasmata con le relative false piste e distrazioni che distolgono l’attenzione del vicequestore dall’argomento principale.
Antonio Manzini con il suo carisma e con la sua simpatia è riuscito a trasmettere con leggerezza ogni suo punto di vista e opinione sui romanzi, lasciando anche qualche piccola storiella per i suoi lettori più interessati. Grazie alla sua tecnica di sposare l’argomento principale con il mistero e un velo di umorismo tipico dei personaggi, l’autore, e soprattutto Rocco Schiavone, sono riusciti a conquistare il cuore di tutti i presenti.