Cronache, Pordenonelegge 2021

Il suono dell’Europa


Burghiu Alexandra, Moras Elisa

Liceo scientifico M.Grigoletti - Pordenone

Il 21 ottobre 2021 al cinema “Cinemazero” di Pordenone è avvenuta la proiezione del film-documentario di Alessandro Scillitani, Il suono dell’Europa. Quest’ultimo mette in scena l’esperienza di giovani musicisti talentuosi all’interno di un’orchestra sinfonica internazionale; si alternano alla musica suggestiva le loro testimonianze ed impressioni, accompagnate da quelle del loro direttore e dagli interventi narrativi di Paolo Rumiz.

La serata è stata condotta dall’operatore culturale Riccardo Costantini ed erano presenti il regista e fondatore della società di produzione “Artemide Film”, Alessandro Scillitani, il violinista direttore di fama internazionale Igor Coretti-Kuret e il giornalista e autore triestino Paolo Rumiz.

La proiezione è stata preceduta da una breve intervista ai tre protagonisti. Le domande poste dal conduttore riguardavano il rapporto tra Rumiz e il regista, l’avventura e i progetti dell’orchestra, il bisogno di armonia e l’importanza della musica. Rilevante è stato il racconto dello scrittore a proposito di un incontro avvenuto a Sarajevo; mentre si trovava con Riccardo Muti al mercato di questa grande città, una donna anziana “povera ma dignitosa” fece una semplice richiesta al maestro, ovvero quella di portare l’armonia. Muti, commosso, rimase profondamente colpito da queste parole, così come Rumiz.

La musica è un linguaggio universale che “nasce nei cuori di chi crede all’assoluto», capace di unire ma anche di differenziare: una delle ragazze dell’orchestra afferma, infatti, che grazie ad essa si è creata “una comunità di diversità”.

Per prendere parte a questa irripetibile esperienza, i brillanti musicisti provenienti da ogni angolo d’Europa e del Mediterraneo hanno dovuto affrontare dei viaggi molto lunghi decidendo di lasciare le loro famiglie e i loro amici alle spalle. In questo viaggio durato un mese, questi ragazzi hanno scoperto il valore del rispetto e imparato a far conoscere la propria storia, ma soprattutto ad ascoltare quella degli altri: il direttore nel documentario ha affermato che loro “partono come ambasciatori di un Paese, e tornano ambasciatori di un’idea”.

La partecipazione di Rumiz è descritta come un esperimento; l’autore in primis crede che la musica sia, a volte, “troppo perfetta”, e che la voce rischierebbe in un certo senso di alterare la magia da essa creata. Tuttavia, egli offre la sua notorietà, decidendo però di non sovrastare con le sue parole alcune delle sinfonie più celebri, quali “Jupiter” di Mozart e “Primavera” di Schumann. L’obiettivo dello scrittore è quello di costruire un patriottismo europeo che, anche a seguito di questa esperienza, possa rimanere nell’animo di questi musicisti.

L’Europa è una delle protagoniste di questa serata, che, infatti, è stata dedicata alle donne e alla femminilità.

 

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