“Mettere da parte l’ego per immedesimarsi nei personaggi”, così ha fatto Francesco Carofiglio per raccontare la storia di Viola, protagonista del libro “La bella stagione” che è stato presentato oggi con grande affluenza, 11 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Francesco ha deciso di affrontare nel suo romanzo il tema della ricerca della verità, partendo dalla morte della madre della protagonista, per poi soffermarsi sul rapporto che intercorreva tra le due. Tale rapporto rappresenta per Viola da una parte una compagnia, ma dall’altra una prigione che le impedisce di stabilire relazioni sane e vere col mondo degli uomini. Infatti madre e figlia condividono uno stesso passato caratterizzato dall’assenza di una figura maschile, aspetto che a lungo andare risulterà essere una grave mancanza.
L’unico rapporto stabile che la protagonista ha è quello con l’acqua, e in particolare con il nuoto. Ciò si ricollega ad un ricordo d’infanzia dell’autore, nel quale immagina di potersi immergere nei pensieri altrui.
Il fatto che Viola sia sempre alle prese con i suoi problemi non le impedisce di gestire la sua piccola attività di olfattivista. La protagonista infatti si occupa di aiutare le persone a ricostruire il proprio passato tramite le essenze che, come detto da Francesco, possono influire sul nostro stato d’animo.
Nel libro l’autore si è impegnato nel portare tutta la sua esperienza personale, dalla sua infanzia fino alla sua carriera di attore che gli ha insegnato a “lasciare che i connotati del suo viso scomparissero di fronte allo specchio, per lasciare spazio a quelli dei personaggi”.