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Gruppi di Lettura 2025, Scaffale

Il maschio attraverso i secoli


Andrea Alberti, Federica Visentin

Gruppo di lettura del Bookstock - Torino

L’uomo, le sue debolezze, le sue gelosie e violenze. Oggi, 15 maggio 2025, i ragazzi e le ragazze del gruppo di lettura del Bookstock hanno discusso di questo tema con Francesco Piccolo, scrittore e sceneggiatore, vincitore del Premio Strega nel 2014 con Il desiderio di essere come tutti.

Il suo ultimo libro, Son qui: m’ammazzi, affronta questo tema prendendo ed esaminando tredici personaggi maschili, simboli della letteratura italiana: dall’Orlando di Ariosto, che per amore impazzisce, all’Innominato, uomo forte dinanzi al quale una disillusa Lucia pronuncia la frase di resa che dà il titolo al libro; dallo studente Rinieri, protagonista di una novella di Boccaccio, che per vendetta sfigura l’amante, a Zeno Cosini, nato dalla penna di Italo Svevo, paralizzato dalla sua eterna indecisione.

Questo libro nasce dopo una lunga serie da una domanda di Piccolo, a seguito di numerosi libri sul genere maschile: è possibile inserire nel racconto della storia del maschio anche l’uomo narrato dalla letteratura, spesso complesso, fragile e crudele?
I personaggi, rimasti impressi nel cuore e nella mente di tantissimi lettori, hanno indubbiamente saputo

coinvolgerci nel loro racconto. Ma Son qui: m’ammazzi nasce anche dall’esigenza di Piccolo di raccontare qualcosa che lo coinvolga in prima persona; per questo egli ha ammesso di non aver mai pensato di scrivere un libro analogo sulle donne, pur essendo interessato a leggerne uno in futuro. E per questo dalla selezione dei personaggi da analizzare l’autore ha preferito evitare libri di scrittici femminili: affinché il libro rappresenti il punto di vista maschile sui personaggi maschili nella letteratura. Anche se, come ha ammesso Piccolo, non si è trattata di una selezione vera e propria, poiché ogni volta che ha scelto un libro, non ne ha scartato un altro: i personaggi affrontati sono infatti maschi che potrebbero esser ritrovati in qualunque altro libro. L’autore ha quindi scelto basandosi sui libri che gli piacevano di più. Quelle di Piccolo non sono condanne: sono personaggi, alcuni terribili, ai quali è affezionato, rappresentanti di categorie maschili nelle quali egli stesso si riconosce. Sono uomini che chiunque potrebbe aver incontrato nella propria vita quotidiana, e proprio al fine di rimarcare questo aspetto nasce un’originale iniziativa del gruppo di lettura del Bookstock: i ragazzi e le ragazze hanno mostrato a Piccolo degli immaginari profili Tinder creati basandosi sui personaggi da lui raccontati, allo scopo di inquadrare i maschi analizzati in un contesto più moderno e comprensibile a tutti gli spettatori.

In Son qui: m’ammazzi!, Francesco Piccolo non risparmia al lettore un linguaggio crudo. Per lui non si tratta di un’offesa, ma di un elemento narrativo necessario; il racconto denuncia e rende comprensibile la violenza, senza tentare di nascondere la verità. Pone a disagio il lettore, proprio allo scopo di sensibilizzarlo. Nella prefazione è citata Carla Lonzi, celebre femminista: “Non esiste l’uomo nuovo”.

I personaggi di Piccolo sono nella m

aggior parte dei casi uomini colti e in quanto tali ritenuti affidabili, nella convinzione che la cultura abbia insegnato loro qualcosa in più degli altri. Ma nessuno riesce a sfuggire alla propria dimensione culturale, ai condizionamenti provocati dalla società. Francesco Piccolo, cresciuto in una comunità di provincia ha detto di essere approdato alla letteratura anche nel tentativo di sfuggire agli arcaici preconcetti culturali della propria comunità di origine. Questo però, non gli ha assicurato la redenzione, ma gli ha solamente fornito maggiore consapevolezza: la capacità di comprendere immediatamente lo sbaglio, ma non quella di riuscire a prevenirlo. Fin dall’inizio, Francesco Piccolo si è avvicinato alla scrittura di nascosto. Da ragazzo poteva correre in motorino, bere e andare in discoteca, ma scrivere no, era qualcosa da non dire a voce alta. Questa era la sua convinzione, che la scrittura non rientrasse nei canoni a cui era abituato, tanto forte era il condizionamento ideologico.
Le ragazze e i ragazzi intervistatori hanno chiesto a Piccolo se per i maschi vi sia possibilità di redenzione. Alcuni problemi non sono ancora risolti. Se nel passato la violenza era dettata dal senso di potere dell’uomo sulla donna, oggi numerosi crimini sembrano essere generati da un senso di fragilità e frustrazione. Dal Trecento di Boccaccio ad oggi, i progressi sono stati numerosi, ma, come ha sottolineato l’autore, la strada è ancora lunga.

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