Oggi, 16 maggio, si è ufficialmente concluso, a Ferrara, il festival di Internazionale: manifestazione che quest’anno ci ha accompagnato per otto mesi con i suoi incontri. Il messaggio del suo ultimo evento è perfettamente riassunto nelle parole della moderatrice Federica Cellini: “Delle donne straordinarie che parlano di altre donne, attraverso la sorellanza, alleanza e sinergia anche di genere”. Queste “magnifiche donne” sono le giornaliste e imprenditrici americane Hannah Jewell, Katty Kay, Xanthe Scharff, Tabitha St. Bernard-Jacobs.
Forse non si fa mai abbastanza attenzione alle sfaccettature, non poi così ininfluenti, di realtà che ci circondano tutti i giorni: la presenza di un maggior numero di uomini nelle posizioni più elevate, le differenze salariali e di reddito e donne che, se incarnano modelli di ruolo, sono costrette a essere delle “super-donne”. Nonostante il genere femminile venga a volte considerato quasi irrilevante, nel momento in cui si necessita di un nuovo punto di vista si richiede sempre l’intervento di una donna: per questo diventa necessario raccontare le opinioni e le storie di coloro che sanno cosa vuol dire davvero combattere insieme per i propri diritti. Infatti il punto di forza del genere femminile, seppur purtroppo non nella sua interezza, è proprio la sorellanza. Ma cos’è realmente? Essere sorelle, non per forza di sangue, significa essere grandi amiche anche nelle avversità, è qualcosa che non si sceglie e che arriva senza aspettarselo mostrandoci anche un nuovo modo di vivere la quotidianità. Potremmo dire che il principio primo della sorellanza è la simpatia, non nell’accezione che conosciamo oggi, bensì nel termine in origine: dal greco sympatheia, ovvero soffrire insieme.
Al giorno d’oggi i social media hanno una grande responsabilità: mostrare alle ragazze e bambine delle nuove generazioni dei modelli da seguire in cui possano identificarsi. Questo perchè chi non si sente rappresentato vivrà con il continuo pensiero di dover sempre essere e dare di più, non accettando il proprio insuccesso. E’ estremamente importante dar voce a queste storie anche di fallimento in modo da normalizzarlo per mostrare che non è necessario essere delle “super donne”, ma che la perfezione sta nell’essere se stessi. Raccontare di donne non è un dovere unico dei media, ma anche del giornalismo. In questo lavoro spesso si tende a distinguere una notizia qualunque da una “notizia femminile”, come se si parlasse “solo di una donna” e non di una persona qualunque. Lo stesso concetto vale anche nel sistema delle elezioni, spesso si sente parlare di donne votanti invece di persone.
A volte le donne stesse pensano che per essere accettate debbano essere come un uomo, non accorgendosi che questo comportamento risulta controproducente. Spesso non si accorgono che la loro vera forza sta proprio nella diversità, nel saper meglio sviluppare alcune caratteristiche come empatia e affidabilità che aggiungono valore a loro stesse e alle relazioni anche in ambienti ostili come può essere il luogo di lavoro.
Il femminismo è un movimento fondamentale che si sta sempre più sviluppando, tanto che i ragazzi se ne sentono minacciati come se le giovani potessero rubare il loro futuro. Proprio per sensibilizzare sull’importanza e l’essenzialità delle donne, nel 2017 si è svolto il “A day without women”, organizzato da Tabitha St. Bernard-Jacobs, una giornata in cui le donne rimanevano a casa da lavoro dimostrando di essere la “spina dorsale” della società. E’ proprio in quest’occasione che le adolescenti hanno organizzato marce per difendere i loro diritti e per opporsi alle violenze nella comunità.
Bisognerebbe iniziare a comprendere che il mondo non deve essere un luogo sicuro solo per l’uomo, ma anche per la donna, che per realizzarsi necessita di raggiungere una posizione apicale legittimata nell’ordinarietà. Infatti non dovrebbe più apparire anomalo che ogni persona, indipendentemente dal genere, possa raggiungere ruoli importanti e avere successo in ambito lavorativo: quando una donna è realizzata, anche gli uomini vivono meglio. Allo stesso tempo noi donne e ragazze dovremmo capire che a volte, nella vita, basta semplicemente essere così come siamo.