L'Europa ancora da scrivere 2021

Dieci proposte per te, Europa! Il decalogo di Anna Sarfatti


Anna Sarfatti


Vorrei che i figli e le figlie potessero avere il cognome del padre o della madre. Vorrei che per tutti i bambini e le bambine piccole fosse possibile frequentare l’asilo nido per crescere insieme agli altri. E vorrei che papà e mamme avessero le stesse opportunità di stare vicini ai figli e alle figlie specie quando sono piccoli.

Vorrei sottolineare l’importanza della scuola per tutte e tutti, per dare a tutti una buona preparazione per affrontare la vita e il lavoro. Abbiamo imparato dalla pandemia che serve tanta ricerca scientifica, mentre in molti paesi la scienza non è valorizzata a sufficienza. Vorrei anche tanto tanto tempo dedicato alla cultura artistica e all’insegnamento delle lingue (almeno due, oltre alla propria, da conoscere perfettamente). Ogni classe dovrebbe avere delle occasioni di collegamento con scuole di altri paesi.

Vorrei che i bambini e le bambine con disabilità fossero integrati a scuola con tutte le dovute misure di sostegno, e non fossero separati in classi speciali, come accade in alcuni paesi.Vorrei che nessuno dei bambini e delle bambine abbandonasse la scuola, prima di aver terminato un corso di studi completo per la loro formazione di cittadine e cittadini.

Vorrei che nelle scuole dei diversi paesi potessero venire per qualche tempo insegnanti di altri paesi europei, per favorire lo scambio di conoscenze e di azioni per l’educazione.

Vorrei che tutte le scoperte scientifiche e tutti i migliori servizi dei diversi paesi fossero a disposizione di tutti. Penso alla possibilità di collegarsi con medici di tutta Europa da consultare per le malattie più difficili o per le cure meno conosciute.

Vorrei che lo sport fosse per tutti e tutte, in orario scolastico, gratuito.

Vorrei che le piste ciclabili delle città fossero aumentate.

Vorrei che le biblioteche fossero attrezzate meglio per ospitare bambine e bambini e offrire tante attività per loro, per promuovere la lettura.

Vorrei che per ogni bambino che nasce fosse piantato un albero e che in ogni città fosse creato un parco giochi dedicato all’Europa, con segni evidenti dei diversi Paesi. Vorrei che i viaggi attraverso l’Europa fossero agevoli e alla portata di tutte le tasche!

10°

E infine vorrei che le bambine e i bambini europei crescessero con la consapevolezza di essere cittadini del mondo intero.

In tutti i paesi europei vorrei uguale rispetto per ogni persona, come ci dice la Costituzione italiana, senza differenze di sesso, di lingua, di religione, di colore della pelle, di condizioni sociali e di condizioni personali.

Vorrei che ci si impegnasse proprio tanto a far crescere il rispetto per le donne di tutte le età, a partire dalle bambine.

Vorrei anche che tutte le bambine e i bambini che arrivano in Europa da paesi extraeuropei fossero accolti con affetto e fossero aiutati a sentirsi parte del paese di arrivo.

Tenete presente che i bambini nati in Italia da cittadini stranieri possono ottenere la cittadinanza solo a 18 anni purchè abbiano soggiornato in Italia legalmente e senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età e facciano la richiesta prima del 19esimo anno.  In altri Paesi europei (ad esempio Francia, Germania, Spagna) possono ottenere la cittadinanza anche coloro che sono nati nel Paese (criterio dello ius soli) e che siano residenti da un certo numero di anni.

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