Di cosa ha bisogno oggi l’Europa? Andrea Malaguti e Luciano Fontana hanno spiegato le parole dell’Europa nuova, intervistati da Francesco Costa e Paola Peduzzi il giorno 18 maggio al Salone del libro di Torino.
L’Europa nasce dall’esigenza di eliminare almeno concettualmente i confini tra gli stati del continente, di identificarsi come soggetto politico unitario, protagonista del teatro mondiale anche grazie alla propria favorevole posizione geografica.
Tuttavia, quello che un tempo era l’orgoglio europeo, oggi si è trasformato nell’unica consapevolezza comune a ognuno: quella di non avere valori condivisi. Tre eventi negli ultimi anni hanno predisposto l’astio tra due fronti opposti: il covid, con la distinzione tra novax e sivax, la guerra in Ucraina, tra filo e anti atlantisti e infine l’attacco di Hamas a Israele, tra filoisraeliani e filopalestinesi.
L’Europa manca di quell’autorità culturale che assicuri rappresentanza ai cittadini, i quali trovano invece conforto negli ideali patriottici dell’estrema destra. L’ostilità dei cittadini li induce infatti a credere di trovare una soluzione accentuando i confini, non solo ideologici, tra stati, senza considerare le conseguenze. Viviamo, dunque, una condizione di pace precaria, ogni giorno dobbiamo confrontarci con conflitti in corso e altri incombenti, ci troviamo in una posizione subordinata a quella delle attuali superpotenze e dipendiamo interamente dalle loro decisioni.
Cina, Russia e America detengono primati che l’Europa invidia: risorse tecnologiche, potenti leadership, autorità nel mercato mondiale, tutti elementi indispensabili per il futuro. L’America ha manifestato in più occasioni la propria indisposizione nei confronti dell’Europa, definendola un “parassita approfittatore”, e ora più che mai questa deve costruire una propria indipendenza, al fine di acquisire una consapevolezza riguardo a progetti per il futuro. In questo momento di difficoltà, proprio i cittadini europei devono partecipare attivamente alla vita politica e contribuire alla creazione di un nuovo senso di appartenenza.
A questo proposito, i direttori delle testate giornalistiche La Stampa e Il Corriere della Sera hanno fatto un appello soprattutto ai giovani e a coloro che soffrono di avoiding news, ossia la paura dell’informazione. Hanno parlato della differenza tra comunicazione e informazione: la prima riporta i dati così come sono, mentre la seconda, quella a cui tutti dovremmo affidarci, fornisce una contestualizzazione alle notizie, permettendo di cogliere la verità e non solo il vero.
“Quali sono dunque i progetti per l’Europa?” Un’Europa unita e in grado di ottenere una propria indipendenza ha bisogno di obiettivi e ideali comuni, deve eliminare tutti i muri retti tra le democrazie nel continente, aumentare i propri mezzi per l’autonomia e, infine, lavorare affinché i cittadini tornino a sperare nell’unità.