È un “pugile incassatore” che pone fine anche alla seconda giornata di Internazionale a Ferrara. Attraverso una performance appassionante ed entusiasmante presso il Circolo Arci Bolognesi, il giornalista e critico letterario Leonardo Merlini ha riportato in vita il visionario Donald Richard “Don” DeLillo, e le sue opere. Senza mai privarsi di un accompagnamento musicale di sottofondo, il performer ha esordito con la lettura espressiva di un serie di brani estrapolati dai più grandi successi dello scrittore statunitense, fra cui Giocatori (Players, 1977), Underworld (1997) e Cosmopolis (2003). Con enfasi e veemenza, ha espresso la grandezza di Don DeLillo, artista a lungo sottovalutato e lasciato in un angolo buio poiché l’opinione pubblica ha impiegato molto tempo a comprendere le potenzialità della sua scrittura. Con le sue frasi mozze, le domande prive di punto interrogativo, i prologhi apparentemente slegati dal resto della storia, DeLillo racconta l’irracontabile e la follia che ha salvato tutti noi.
Un uomo che cammina nello spazio bianco del romanzo moderno, incassando i colpi della tradizione letteraria passata, dona alla scrittura sfumature di colori tanto futuristiche da sembrare immaginarie. Ed è proprio qui che si manifestano a pieno le capacità di Don DeLillo, che ha saputo anticipare dinamiche sociali apparse ai nostri occhi decenni dopo. Ne è un esempio lampante il tema dei terroristi e dei cospiratori, di cui lui aveva già parlato nel ’77 ma di cui noi ci siamo curati solo dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001.
Lo spettacolo è andato avanti tra i brani musicali che facevano da sfondo alla recitazione di Leonardo Merlini, conclusasi con una toccante ed emozionante riflessione sulla concezione del desiderio, che, nei racconti di DeLillo, arriva all’apice mediante un carezzevole e delicato sfioramento del braccio della donna amata.
Leonardi Merlini ha scelto di concludere la sua serata con La valigia dell’attore, sperando che Don DeLillo potesse rivivere tra il pubblico che intonava le note di Francesco De Gregori anche per quei soli quattro minuti.