Fin da quando eravamo piccoli, ci è stato sempre insegnato che prima dovessimo trovare il nostro talento e farne la nostra professione, alla quale dedicarci completamente. Il 16/05/2025, nel Booklab del Salone del Libro 2025, Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni hanno presentato il loro libro “Showpero. Manifesto selvaggio contro il talento”, intervistati da Eugenio Cesaro e Andrea Colamedici.
Il libro si pone l’obiettivo di scardinare questa concezione del lavoro per non escludere le persone che un talento non lo hanno, coloro che non possono facilmente renderlo monetizzabile e rassicurare chi ne ha già fatto la sua attività. Il mezzo perfetto si manifesta tramite la presentazione del “lavoratore selvaggio”, una figura consapevole di avere un’esistenza anche al di fuori della vita lavorativa e abituata a trasgredire il disciplinamento lavorativo tradizionale. La denominazione, che influenza anche il titolo del libro, vuole riprendere la teoria del “buon selvaggio” di Rousseau: questo individuo infatti non è corrotto dalla fame di gloria in ambito professionale.
Il consiglio degli autori consiste nel coniugare professionalità e amatorialità, continuando a ricordare la passione che in un primo momento ci aveva guidati nella scelta del nostro percorso e non permettere che questa venga soffocata dall’ambiente lavorativo. Nel libro non viene proposta una riforma del lavoro, ma del pensiero all’interno della società odierna: se un mondo diverso non è pensabile, la vera chiave sta proprio nel riappropriarci dell’immaginario e della fantasia.
La felicità vera è quella che non sentiamo sul momento e non un obiettivo da raggiungere strategicamente così come il diletto vero non è quello sudato e sofferto. Purtroppo al giorno d’oggi sembra che solo il conseguimento del successo lavorativo ci porti ad essere realmente realizzati come persone, come se il nostro nome iniziasse ad appartenerci davvero quando diventiamo “qualcuno”. Questo stesso desiderio ci porta ad accettare delle etichette dateci da un pubblico di esterni, come spesso lo è il talento, che influenza il nostro modo di relazionarci agli altri e di cercare la loro approvazione.