12 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Cottarelli: uno sguardo privilegiato dentro i palazzi del potere


Sara Ramello e Sole Laurenti

Liceo Classico Statale Vittorio Alfieri - Torino

Una folla di persone si è radunata nel pomeriggio della quarta giornata del Salone del Libro di Torino 2024 presso la Sala Viola, forse incuriosita dal titolo dell’ultima pubblicazione di Carlo Cottarelli Dentro il palazzo. Il libro, uscito per Mondadori, ha al centro aneddoti divertenti e racconti su retroscena politici vissuti dal professor Cottarelli nei suoi otto mesi da Senatore della Repubblica, eletto dalla lista indipendente del PD. 

L’economista Cottarelli apre la presentazione confessando che rifarebbe politica solo a certe condizioni: infatti non condivide più le posizioni del Partito Democratico e ritiene che un parlamentare oggi debba semplicemente “scaldare la sedia”. Si può ancora definire l’Italia una repubblica parlamentare, come sottolinea Cottarelli,  ma questa definizione si sta sempre più svuotando di significato. Prima di tutto questo accade per via del ricorso ripetuto alla misura dei Decreti Legge anche in assenza di condizioni urgenti; poi per l’uso spropositato dei voti di fiducia per approvare le norme; e infine per il ricorso frequente alle Leggi Delega. In più l’impianto delle più recenti riforme elettorali priva i cittadini della facoltà di scegliere in prima persona i politici che li possano rappresentare in parlamento.

A preoccupare il professore è il fatto che questo progressivo esautoramento del ruolo dei parlamentari possa far convergere i poteri decisionali in una sola persona, che sarebbe in questo caso più soggetta a compiere errori e a non ragionare con lucidità.

Cottarelli conclude il suo intervento con la preoccupazione nei confronti del debito pubblico che l’Italia ha visto incrementare a partire dalla pandemia del 2020, a suo modo di vedere sarebbe sufficiente utilizzare una strategia che non richiede alcuna tipo di austerità: ossia resistere alla tentazione di aumentare la spesa pubblica per due o tre anni quando l’economia cresce.

Lo sguardo analitico di Carlo Cottarelli nei confronti della politica italiana non si è dunque configurato come ottimista, bensì critico e amaro, nonostante lasci spazio alla speranza su un miglioramento dello stato di salute dell’informazione e della dialettica parlamentare in Italia.

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