Cronache, Salone del Libro 2023

Cos’hanno in comune l’arte, l’estetica e un furgoncino rosa?


Giada Foschi e Giulio Gori

Liceo Vittorio Alfieri - Torino

“Guarda dove ti ho portato” dice commossa Cristina Fogazzi, l’Estetista Cinica, ripensando ai luoghi d’arte che consiglia nel suo nuovo libro Il Mio Grand Tour (Edizioni Rizzoli). La sua spiccata ironia ha reso l’atmosfera coinvolgente ed amichevole, anche grazie all’aiuto della scrittrice femminista Carlotta Vagnoli. Nel periodo post pandemia, con il suo furgoncino rosa elettrico, ha girato l’Italia cercando di valorizzare i luoghi e i musei meno conosciuti. Tutto ciò con il fine di riportare il turismo italiano in Italia, poiché come afferma Cristina: “Non è possibile aver visitato Bali e non Il Giardino dei Tarocchi”. Critica l’ultima campagna internazionale di promozione turistica del nostro paese, in cui la Venere di Botticelli viene rappresentata come una virtual influencer, con le fattezze di Barbie e tutte le peggiori qualità delle creatrici digitali. Pur disprezzando l’immagine data alla Venere, apprezza al contrario lo scopo dell’iniziativa, sebbene ritenga sia necessario godere delle opere d’arte dal vivo. Lei racconta di aver sofferto della sindrome di Stendhal di fronte a I grandi blu di Miró e a La voce dei venti di Magritte.
Inizia ad appassionarsi all’arte contemporanea nel momento in cui comincia a studiarla e ritiene che sia poco apprezzata a causa della sua complessità, ma dopo tutto lei crede: “Se dobbiamo pensare che l’arte sia frutto dei nostri tempi, quella contemporanea non potrà rappresentare nature morte o tramonti”.

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