Durante uno degli ultimi giorni della settimana del Dedicafestival, venerdì 24 marzo, ha avuto luogo la proiezione del film “Corniche Kennedy” di Dominique Cabrera, tratto dal libro di Maylis de Kerangal.
In onore del 45° compleanno di Cinemazero, Riccardo Costantini, uno dei suoi vicepresidenti, ha presentato e brevemente intervistato la scrittrice concentrandosi sull’effettiva produzione del film in relazione al romanzo.
Aiutata dall’interprete, l’autrice ha chiarito e approfondito alcuni dettagli e curiosità. Uno dei quali è che la regista, di origine algerina, ha utilizzato le sue competenze da documentarista nella realizzazione del film, tanto che i due ragazzi protagonisti non sono degli attori professionisti, ma dei giovani che la Cabrera ha incontrato camminando sul litorale: si divertivano tuffandosi dalla Corniche Kennedy “comme s’ils étaient sortis du livre” (“come se fossero usciti dal libro”). L’attrice principale invece è già a carriera avviata: questo contrasto, dunque, riprende le differenze sociali tra i giovani del film: lei aveva una famiglia che le ha dato delle direttive, mentre i ragazzi sono abbandonati a loro stessi, e alcuni sono coinvolti in traffici illegali.
“Il litorale è uno spazio libero” afferma la scrittrice, è un posto di frontiera che non è spesso presente nei film, e l’adolescenza è un concetto che ha molto a che fare con quello di “limite”: la regista, infatti, porta avanti questo lavoro come se si stesse documentando sulla vita dei giovani, utilizzando il più possibile i veri luoghi descritti nel libro, e non cerca di crearne uno in stile Hollywood.
Per quanto riguarda il romanzo, invece, “Corniche Kennedy” vira intorno al concetto della “lingua dei ragazzi”: l’autrice la descrive come se fosse in piena mutazione, ogni giorno di più: “Se riscrivessi il libro in questi anni non sarebbe lo stesso di quello che ho pubblicato nel 2016”, sottolinea Maylis de Kerangal. Quest’ultimo è paragonato al film “La schivata” (“L’Esquivé”) di Abdellatif Kechiche, nel quale la lingua degli adolescenti è prosaica, veloce e molto diretta, ma questi si trovano a fare fronte ad una sua versione più elegante e raffinata nella messa in scena del lavoro teatrale di Marivaux (drammaturgo e scrittore francese del XVIII secolo).
Infine, il vicepresidente Riccardo Costantini pone alla de Kerangal l’ultima domanda: “Indolenza e pigrizia dei ragazzi sul litorale: dobbiamo essere critici o comprensivi nei loro confronti?” L’autrice afferma che in un luogo di vacanza come la Croniche Kennedy, i ragazzi cercano di catturare l’atmosfera e di godersi la vita in quello spazio meraviglioso. L’adolescenza è un’età in cui i giovani cercano di riconfigurare la loro vita, spesso facendo parte di gruppi nei quali sono presenti delle persone a cui si cerca di somigliare. Il loro “stare in gruppo” significa occupare uno spazio nella società che gli permetta di vivere una vita spensierata: così la scrittrice li definisce glondeurs in francese, derivante dal verbo glander, dove la pigrizia è associata al concetto di produttività e disponibilità.
Tolot Rebecca e Fort Elisabetta, Liceo Scientifico M. Grigoletti, Pordenone