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Rompere il silenzio su crisi dimenticate
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Scelte, Ribellioni e Stereotipi: La Nuova Frontiera della Libertà Femminile
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Un po’ di Sud Corea nelle sale dell’Apollo a Ferrara
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Femminicidi: i dati che non conosciamo
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Come dimenticare una Rivoluzione
“Non è possibile parlare della Cina, senza parlare della Rivoluzione culturale”. Così può essere riassunto l’incontro del Festival Internazionale di Ferrara,…
Il dono dell’amore
Sabato 4 ottobre abbiamo partecipato alla presentazione de “Il dono dell’amore” di Raffaele Nigro, un libro che parla del Sud non…
Semi di resistenza: non siamo noi i colpevoli.
Immaginate di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo: questa è la vita delle attiviste dei movimenti Quilombola in Brasile e…
Cura o veleno: le sostanze psichedeliche in terapia
Esplorare gli orizzonti di cura, sorprendentemente vasti per i non esperti, delle sostanze psichedeliche non è sicuramente un viaggio confortevole, forse…
La profilazione etnica razziale: un problema reale
Che cos’è e in che cosa consiste il fenomeno della profilazione etnica?
Grande spazio è stato dato a questo tema nel corso della seconda giornata del Festival di Internazionale a Ferrara 2025 nel corso di un incontro presso l’Aula Magna di Economia.
I ragazzi e le ragazze di Occhio ai Media, un progetto di Associazione “Cittadini del Mondo” nato nel 2010, mediatori dell’evento, hanno iniziato ponendo diverse domande all’avvocata Anna Brambilla, specializzata in diritto dell’immigrazione e dell’asilo, per poi proseguire con il giornalista Luigi Mastrodonato.
Brambilla ha esordito riportando la definizione di profilazione etnica stilata dal Consiglio Europeo: “La profilazione razziale o etnica nell’ambito delle attività della polizia è stata definita come l’uso da parte delle forze dell’ordine di operazioni di controllo, sorveglianza o indagine, per motivi come la razza, il colore della pelle, la lingua, la religione, la nazionalità o l’etnia, senza alcuna giustificazione oggettiva e ragionevole”.
Da tale definizione è partita la riflessione dei due relatori, che hanno riferito come spesso ragazzi appartenenti a minoranze etniche abbiano subito trattamenti diversi rispetto alla norma. Questi purtroppo non rappresentano episodi isolati, ma sono eventi alquanto ricorrenti.
Brambilla e Mastrodonato hanno evidenziato l’importanza del monitoraggio dei dati relativi a questo fenomeno, ma anche come sia difficoltoso raccoglierli e averne accesso.
I giovani di “Associazione Cittadini del Mondo” hanno evidenziato come le vittime di questi episodi abbiano subito delle conseguenze reali: senso di colpa, vergogna, disagio, ma anche una sorta di scissione identitaria per il modo nel quale vengono trattati dalle forze dell’ordine: sono costretti a lottare per dimostrare la loro innocenza, per provare che non rappresentano una minaccia, perché spesso sono considerati sospetti per la loro etnia e le loro tradizioni piuttosto che per un loro effettivo comportamento.
Associazione Cittadini del Mondo si pone l’obiettivo di rivalutare i confini tra i vari popoli, non come linee di esclusione, ma come luoghi di contatto con cui è possibile vivere la diversità, la ricchezza di scambi e confronti.