Adotta uno scrittore, Adotta uno scrittore 2023, Laboratorio

Niente è impossibile


Classe carceraria

Istituto Soleri Bertoni - Saluzzo

Mi chiamo Antonino e  sono detenuto presso al casa di reclusione di Saluzzo. In questo istituto sono ubicato nella sezione dove c’è il Polo universitario, un privilegio riservato alle persone come me che hanno intrapreso un corso di studi universitari.

Obiettivo che mi sono posto, lo studio. Mi sono prefissato di raggiungere la laurea e l’ho conseguita il 21 marzo 2023, giorno della discussione della mia tesi, acquisendo il titolo di dottore in Diritto Penale, “giurista per le imprese e la pubblica amministrazione”.

Per ottenere questo risultato ho dovuto superare tanti ostacoli, tra cui il trasferimento da Bologna a Saluzzo e la pandemia Covid 19 , che mi hanno fatto perdere 2 anni.

Ma la forza e la perseveranza è stata tale che mi ha fatto riuscire dove pensavo di non riuscire e sono arrivato alla conclusione che niente è impossibile, se lo si vuole veramente.

Mi rivolgo perciò a voi ragazzi, che martedì 2 maggio siete entrati per la prima volta tra le mura di un carcere, e voglio dirvi che il futuro è vostro: non fatevi infinocchiare da stereotipi, preconcetti e pregiudizi. Una cosa mi auguro che facciate: trovate il modo di inseguire sempre i vostri sogni e cercate se potete di agire sempre per il bene comune, mettetelo al primo posto nelle vostre ambizioni future.

Nella sala polivalente del carcere Morandi mi hanno colpito i vostri giovani sguardi: un soffio d’aria fresca.  Con Tiziana Ferrario e Cristina Franceschi la sensazione è stata di un dialogo sincero e costruttivo, a volte emozionante. La storia di Lydia Buticchi Franceschi, la “bambina di Odessa”, ci ha fatto conoscere una donna eccezionale, che si è adoperata sempre per il bene comune, anche se ferita e delusa da uno stato traditore. Pur avendo perduto un figlio, si è donata agli altri senza risparmiarsi e si è battuta perché la Costituzione venisse rispettata soprattutto nei confronti delle persone più disagiate, perché non venissero loro negati i diritti fondamentali.

A me, che sono detenuto da 11 anni, fa sempre molto piacere interagire con persone di un certo spessore culturale: gli incontri di Adotta uno scrittore mi hanno permesso proprio questo e sono stati una boccata d’ossigeno che mi porterò dentro. Spero che queste occasioni preziose si possano ripetere sempre più spesso per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pianeta carcere, costruire ponti e stabilire un confronto aperto tra noi reclusi e la società esterna.

ANTONINO

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