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Maddalena Vaglio Tanet racconta la sua adozione all’Istituto Comprensivo IC Bovio Cavour


Maddalena Vaglio Tanet

IC Bovio Cavour - Alessandria

Partecipare al progetto “Adotta uno scrittore” è stato un grande regalo per me. Tre incontri con lo stesso gruppo di bambine e bambini creano una confidenza, una continuità e una fiducia rare. Ci siamo molto divertiti, mi sembra. Di sicuro io mi sono divertita!
Il primo giorno abbiamo parlato dei libri preferiti dai ragazzi, di come nascono le storie, di mitologia greca e norrena, di avventure antiche e nuovissime, di riscritture e reinvenzioni. Siamo partiti da Omero per ragionare sulla struttura di un racconto, con Telemaco che va in cerca di notizie su suo padre, il quale da sette anni è prigioniero sull’isola della ninfa Calipso… E a proposito di strutture del racconto, abbiamo sempre divagato con grande gusto e grande libertà: manga, videogiochi, pastiche di miti, racconti di famiglia, rocamboleschi salvataggi ad opera di cani, paesi d’origine, e via chiacchierando.
Nel secondo incontro abbiamo fatto un esperimento. Ho raccontato la trama di una storia a cui sto lavorando, interrompendomi poco oltre la metà. Divisi in gruppi, i ragazzi hanno dovuto inventare il seguito e il finale. I risultati sono stati sorprendenti e spumeggianti, con una certa inclinazione verso l’elemento horror della trama. Per me è stato molto istruttivo e nutriente, proprio come autrice, vedere come molte ragazze e ragazzi tendessero a lavorare sulla storia con in mente moduli narrativi che vengono non dal romanzo classico, d’avventura, con un protagonista in cui immedesimarsi e un arco narrativo da portare a termine, bensì proprio dal fumetto seriale e dal videogame: quindi un universo complesso e ricco in cui aprire molte sottotrame, personaggi che muoiono senza troppi patemi, sostituzione ripetuta del protagonista e colpi di scena continui. Ne abbiamo parlato e abbiamo ragionato su come cambiano i modi di raccontare e su quanto sia importante, comunque, il coinvolgimento anche emotivo dei lettori. La facoltà di mettersi nei panni altrui (quindi ritrovarsi in un personaggio, nelle sue gioie e nei suoi dolori, anche se è diverso da noi – magari è un anziano, uno straniero, un extra-terrestre, una persona vissuta secoli fa, un animale…) è qualcosa che travalica la lettura e ci portiamo dietro nella vita di tutti i giorni. È un modo di stare al mondo.
Abbiamo dedicato il terzo incontro al libro adottato dalla classe, Rim e le parole liberate, con domande, giochi e disegni.
Tutti gli incontri sono stati conversazioni a molte voci. Grazie al lavoro delle maestre, i ragazzi e le ragazze partecipavano con vivacità – si vedeva che erano stati abituati a parlare, a esprimersi e a condividere idee senza paura e anzi con grande calore reciproco. L’atmosfera in classe era davvero entusiasmante. Non la dimenticherò.

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