Detenuti, studenti e intere classi scolastiche sono arrivati fino al Salone del Libro di Torino, sabato 17 maggio 2025, a ritirare il premio del concorso “Adotta l’Orso”, indotto dal Laboratorio Leggere Libera-Mente. Il filo rosso che caratterizza il progetto è offrire ascolto a quelle voci, che non si sentono nel mondo e spesso si isolano dalla realtà e da ogni tipo di relazione, per sentirsi più sicuri di fronte alla sofferenza. Queste voci sono quelle dei detenuti che vedono nella scrittura un mezzo di sfogo, forse l’unico, davanti alle forti emozioni che provano durante il periodo di reclusione. Ma anche quelle degli Hikikomori, coloro che decidono di stare in disparte (come indica il termine giapponese) e allontanarsi da ogni tipo di rapporto sociale, compreso, purtroppo, anche quello familiare.
Durante la premiazione è intervenuta anche Chiara Bugnone, coordinatrice genitori-Hikikomori Italia. Come ha spiegato, la scrittura è uno dei mezzi con cui ristabilire un minimo di contatto tra genitori e figli; infatti, spesso il veicolo di comunicazione di questi giovani è la scrittura di pagine che passano attraverso porte chiuse a chiave.
La parola sulla carta, infatti, “concede il tempo della risposta: se, quando, come leggere lo scritto e se, quando, come rispondere”.
I detenuti, come hanno spiegato loro stessi all’incontro, hanno trovato una “seconda vita” grazie a questo progetto, nonostante partissero da una situazione in cui “computer, televisione, radio” erano gli unici amici.