Per consentire ai bambini di entrare nelle fila della storia di riccio Spiccio, Raffaella Porta e Maximiliano Danta hanno strutturato un laboratorio che permettesse di cogliere la trama del racconto non solo tramite le parole, ma anche attraverso suoni e voci. La curatrice dell’attività ha fornito ai giovanissimi materiali riciclati quali lattine vuote, pasta, fagioli, rametti, funzionali alla creazione di piccoli strumenti musicali strettamente connessi con la narrazione. Il ruolo di protagonista è incarnato da riccio Spiccio, che vive sotto le foglie secche autunnali e che è prossimo al letargo. Ogni mattina, dopo aver aperto gli occhietti, va a svegliare gli altri animali che vivono insieme a lui tra cui la povera chiocciola, sul cui guscio il riccio bussa incessantemente. Successivamente, è il turno di Bartolo lo scoiattolo, che ha dimora nel tronco del castagno, ed Ernestina la martora, che non voleva saperne di svegliarsi, dal momento che aveva dedicato tutta la notte a cacciare.
I bambini coinvolti nel laboratorio sono stati invitati a ricreare alcuni oggetti della storia raccontata, tra cui le foglie secche, il guscio della chiocciola e il tronco del castagno.
I bambini si sono messi all’opera con in mano forbici e colla e tanta voglia di lavorare. Alcuni di loro hanno unito alcuni sacchetti di plastica tra loro e li hanno colorati di giallo, rosso e arancione; altri hanno riempito le lattine con riso e fagioli, per ricreare il fruscio delle foglie e la bussata sul tronco.
La spensieratezza, l’allegria e la felicità erano palpabili: grazie alla loro creatività e alla loro capacità di lavorare in gruppo, i bambini hanno portato a termine con successo la sfida proposta e hanno dato luce a strumenti musicali che hanno consentito loro di sentire “musica che non si aspettavano”.