Il Salone del Libro è una festa sempre, ma ancora di più lo è l’edizione di quest’anno e il ritorno alle conferenze in presenza. Un grazie per questa possibilità va alla scienza e a quella nutrita, se pur non assoluta, maggioranza di popolazione che ha scelto coscienziosamente di vaccinarsi. Lilli Gruber e Massimo Giannini non ne hanno dubbi e con questo ringraziamento si presentano al pubblico della sala oro, nella mattinata di domenica 17 ottobre.
L’occasione? La presentazione del libro La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità, edito da Rizzoli, in cui Lilli Gruber racconta la storia di questa straordinaria e potente giornalista, intrecciandola con vicende e considerazioni personali e con la voce di altri giornalisti contemporanei.
Il romanzo è innanzitutto una dichiarazione d’amore dell’autrice per il buon giornalismo, quello che si attiene ai fatti e restituisce al pubblico immagini reali e strumenti saldi per comprenderle, di cui Martha si è fatta portavoce per tutta la vita. Inviata di guerra, ha raccontato molti fronti europei durante la Seconda Guerra Mondiale con una prosa precisa, pulita e priva di quell’enfasi romanzesca che sempre più spesso nel nostro tempo insidia l’informazione di qualità, spettacolarizzandola, e mette in secondo piano ciò che veramente accade e, ancor più grave, i motivi per cui accade.
La guerra dentro è anche un inno all’autonomia delle donne ed un invito ad autodeterminarsi, nella vita e in particolare in quella lavorativa, accettando all’occorrenza il rischio e imparando dalla sconfitta; il principale motore è il coraggio, di cui la stessa protagonista del romanzo non era priva. Una donna determinata a farsi valere in un mondo di uomini, in un periodo in cui davvero era difficile per le giornaliste ritagliarsi un proprio spazio e veder riconosciuto il proprio lavoro: Martha Gellhorn avrebbe potuto, e per la società del tempo dovuto, rimanere nell’ombra di un uomo famoso, come lo è stato il marito Hemingway, ma ha scelto di vivere secondo le proprie inclinazioni e non rinunciare alla libertà.
L’incontro è stato un approfondimento interessante sulle anime del romanzo, un dialogo di ampio respiro da cui sono emerse importanti considerazioni sul giornalismo, sul servizio tutt’ora imprescindibile che esso rende alla società, sulla necessità sempre attuale di verificare i fatti di persona e di astenersi da commenti faziosi nel presentarli. E’ stato un omaggio a Martha Gellhorn come modello di donna e giornalista intraprendente a cui ispirarsi e da cui imparare.
Sara Tavella, redazione BookBlog